Una FEDE che fede che diventa “Roccia”

Nessun cristiano inventa la fede. Il Vangelo ci mette continuamente a confronto con le numerose “figure della fede”, cioè i diversi personaggi che incontrano Gesù e trovano il senso della loro vita. Questi primi testimoni rappresentano per i credenti di tutti i tempi un punto di riferimento per la propria, personale e irripetibile, risposta di fede. Percorriamo i passi della fede di Pietro così come ce li racconta l’autore del quarto Vangelo, il Vangelo di Giovanni.

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Uno sguardo che ama

«…Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” – che significa Pietro». 

(cf Giovanni 1,35-42)

  • È una scena piena di tanti particolari: di luogo, di tempo, nomi di persone.
  • Tutti elementi che vogliono indicarci un’esperienza. E non solo con l’intento di raccontarci una storia, ma anche con l’intenzione di coinvolgerci in un incontro personale, con nomi, luoghi, date, che siano le nostre… la nostra storia unica e irripetibile con Dio.

I discepoli trovano quello che stanno cercando: il Messia. Sono cercatori, aspettano, stanno in un atteggiamento di apertura, di attività interiore. Hanno una guida, Giovanni il Battista, che attende con loro e li sa orientare al momento opportuno con libertà verso l’incontro con Gesù. I discepoli sono svegli di fronte agli eventi che vivono, alla storia del loro popolo. Hanno una speranza nel cuore, presupposto essenziale per vivere un riconoscimento. Faccio un confronto con la mia ricerca in questo tempo della vita, e le disposizioni con le quali affronto ciò che vivo (ansia, paura, fiducia, stanchezza, coinvolgimento…).

 

Rifletto sull’importanza di avere una guida che mi sappia orientare verso ciò che conta

  • Gesù passa… si volta… invita… accoglie… sta del tempo con i due che lo seguono. Riconosco questi passaggi di Gesù nella mia storia.
  • Pietro. È un personaggio che a un certo punto emerge all’azione. Non viene detto niente di lui, del suo mestiere o della sua vita. È fratello di Andrea, uno dei due discepoli del Battista. Ed è Andrea a chiamarlo. Pietro non dice una parola in questo brano. Nel corso degli eventi Pietro diventerà una personalità viva, con dei tratti specifici che lo differenziano dagli altri. Ma qui non appare così. Il protagonista dell’incontro che Pietro vive è decisamente Gesù: è Lui che pronuncia una Parola di novità sulla sua vita e Pietro accoglie, si lascia condurre.
  • Pietro nasce da uno sguardo. “Gesù, fissando lo sguardo su di lui”… è un’azione intensa, profonda, indica una conoscenza speciale. Tutti i personaggi del Vangelo sono conosciuti personalmente da Gesù. Il suo sguardo raggiunge in profondità ogni discepolo di ogni tempo.
  • Nei nomi di Pietro c’è tutto il suo passato, le sue radici familiari, tutto il bagaglio di vita, conoscenze, relazioni, che porta con sé (tu sei Simone figlio di Giovanni); e poi, attraverso il cambio del nome, che determina nella Bibbia un nuovo cammino in chi lo riceve, c’è un nuovo inizio, il futuro che viene incontro a Pietro nella persona di Gesù, la novità che si apre nella sua vita (sarai chiamato Cefa – Pietro).
  • Anch’io tra memoria e speranza nel futuro… guardo alla mia storia per scorgere i semi di novità già presenti.

 

Una FEDE che fede che diventa “Roccia”

Preghiera “condivisa”  (Andrea, 22 anni, studente in Fisica)

Signore Gesù, mai come adesso desidero

di essere veramente riconosciuto.

Dietro le mie maschere, le mie preoccupazioni,

le mie illusioni c’è una bellezza che brilla a cui solo tu sai guardare.

Ricerco qualcosa che dia pienezza alla mia vita, ma vado fuori da ciò che sono,

non soddisfatto del punto del cammino a cui le mie sole forze mi hanno portato.

Ti rendo grazie quando, allora, mandi a me persone

che mi indirizzano lungo una via da seguire,

mi conducono di fronte all’unico specchio

che è in grado di guardare a me con puro amore: i tuoi occhi.

Pietro, guidato da Andrea, arrivò ad innamorarsi di quegli occhi.

Nel cammino incerto che mi attende ti prego,

come facesti con lui, di farmi sentire la tenerezza con la quale mi ami,

la tua presenza con la quale ti fai vicino a me in ogni scelta.

Convincimi di non essere tuo debitore,

attirami a te non nella paura di dover rispondere a una chiamata,

ma nella gioia di voler conoscere il mio nuovo nome.

Dammi di sentirmi da te amato, e questo mi basterà.

A cura delle Suore Apostoline di Pisa con la collaborazione dei giovani universitari 

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