1 Maggio 2020
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della IV del Tempo di Pasqua  (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dagli Atti degli Apostoli  (2,14.36-41)

[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici
si alzò in piedi e a voce alta parlò così:
«Sappia con certezza tutta la casa d’Israele
che Dio ha costituito Signore
e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso».
All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore

e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».
E Pietro disse loro:
«Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare
nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati,
e riceverete il dono dello Spirito Santo.
Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro».
Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava:
«Salvatevi da questa generazione perversa!».
Allora coloro che accolsero la sua parola
furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.


Sembra quasi che il giorno di Pentecoste di Atti 2 si protragga per tutto questo tempo pasquale. Siamo nel pieno della missione della Chiesa che si sta misurando con la potenza dello Spirito Santo. Come agisce lo Spirito? 
Lo Spirito anima di coraggio l’apostolo Pietro e mostra con chiarezza il dispiegarsi della promessa fatta a Israele: l’annuncio che “Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso” è il compimento inaspettato delle Scritture.
Lo Spirito muove i cuori di chi ascolta, li trafigge, li orienta a una decisione che libera.Infine, lo Spirito “aggiunge”, fa aumentare di numero la comunità, segno della sua potenza inclusiva aperta a tutti. La Chiesa non è esperienza “di nicchia” per pochi intimi. Lo Spirito gradualmente e definitivamente butta giù i confini, soprattutto mentali, per arrivare a tutti, come dice Gesù nel proseguo del Vangelo di questa domenica utilizzando l’immagine del “Pastore bello”: «E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore» (Gv 10,16).
L’amore di Dio vuole raggiungere ogni cuore come una notizia gioiosa e liberante.


Qôl/call

“Che cosa dobbiamo fare, fratelli?”. In questo tempo non abbiamo bisogno di tante parole ma di essere portati per mano all’essenziale: “convertitevi”, chiediamo perdono per il male commesso e riconosciuto; “ciascuno di voi si faccia battezzare”, immergiamoci attraverso la preghiera, l’ascolto della Parola, i gesti di vicinanza…, nell’amore di Dio che libera il cuore e rende possibile investire energie nuove nel progetto autentico della propria vocazione e missione. 

sr. Letizia 
molesti.l@apostoline.it