9 Ottobre 2020
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro del profeta Isaìa
(Is 25,6-10a)

Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati.
Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre.
Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza, poiché la mano del Signore si poserà su questo monte».


Rapiti dalla poesia delle immagini di questo testo, rischiamo di lasciarci sfuggire un verbo bellissimo: «Preparerà». Lo troviamo all’inizio della frase, non a caso. È uno dei verbi che Dio “usa” nella sua opera creatrice del Mondo: in ebraico `āśah, che significa anche “fare”.

Così, quando Dio “fece” le stelle del firmamento (Gen 1,7) troviamo il verbo `āśah. Quando venne il turno del sole e della luna, ancora il verbo `āśah (Gen 1,16). Quando creò gli animali della terra, Dio “non ebbe dubbi”, riutilizzò il verbo `āśah (Gen 1,25). Alla creazione dell’uomo addirittura lo usò al plurale: «Facciamo l’uomo» (Gen 1,26).

Queste parole di Isaia, che questa domenica ci arrivano come una boccata di aria fresca, servono a dirci che Dio, il Signore, rinnoverà la sua opera creativa su di noi. Quando? In un futuro che attendiamo, ma anche ogni volta che ci chiama “amici” e ci invita al banchetto eucaristico dell’intimità con lui. Ogni volta che sentiamo una mano leggera che toglie la coltre della tristezza, dell’incomprensione, del dubbio che ci abitano e ci dona una capacità nuova di capire gli altri e Dio.

Siamo pronti alla gioia per la festa di nozze preparata per noi (Mt 22,1-14) quando le nostre lacrime vengono asciugate da una mano amica che ci ricorda la mano di Dio. Siamo una nuova creazione ogni volta che lasciamo che Dio ci “faccia” di nuovo preparando qualcosa per noi.


Qôl/call

Posa la tua mano su di noi Signore (Is 25,10) e donaci la gioia che non passa, quella che viene dalla certezza di essere amati e salvati da te.

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it