20 Marzo 2020
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della IV Domenica del Tempo di Quaresima (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal primo libro di Samuele 
(16,1.4.6-7.10-13)

In quei giorni, il Signore disse a Samuele:
«Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita,
perché mi sono scelto tra i suoi figli un re».
Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato.
Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele:
«Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura.
Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo:
infatti l’uomo vede l’apparenza, 
ma il Signore vede il cuore».
Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli
e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?».
Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge».
Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui».
Lo mandò a chiamare e lo fece venire.
Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto.
Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». 
Samuele prese il corno dell’olio
e lo unse in mezzo ai suoi fratelli,
e lo spirito del Signore irruppe su Davide
da quel giorno in poi.


“Il Signore vede il cuore” (v.7), conosce la persona di Davide nelle sue più piene potenzialità, la conosce come può diventare e come Egli si fida che diventi. 
Davide, quando riceve la prima unzione a re per mano del profeta Samuele, è un ragazzo. Il più piccolo tra i suoi fratelli, quasi dimenticato, bello di aspetto e di sguardo: queste sue caratteristiche, in apparenza poco adatte per un condottiero e re guerriero, dicono invece tutto quello che Dio vede in questo giovane, tutto quello che Dio continuerà a vedere in Davide, un uomo che la Scrittura descrive essere “secondo il cuore di Dio” (cf At 13,22). E l’unzione suggella lo sguardo infinitamente  giovane di promesse e possibilità proprio di Dio.
Ciascuno di noi nel Battesimo ha ricevuto l’unzione dello Spirito che ci costituisce re, sacerdoti e profeti; non è un opprimente fardello di aspettattive da realizzare, ma un soffio leggero di creative possibilità per amare.
Davide non è perfetto ma è trasparente e, nel corso della sua storia si fa conoscere da Dio in tutti i suoi slanci e le sue meschinità, luci e ombre, per rimettersi sempre in cammino, guarito e illuminato dalla forza dell’unzione di Dio, come il cieco del Vangelo di questa domenica (cf. Gv 9). Il suo è un cuore che non appare, ma che è.


Qôl/call

La vocazione non è un progetto già scritto che incombe sulla vita delle persone, ma è lo sguardo d’amore del Padre che incoraggia, vede il bello, crea continuamente, si allea e rialza, guarisce e ricorda la strada verso la costruzione di un cuore integro e vero, il tuo. 

sr. Letizia 
molesti.l@apostoline.it