5 Giugno 2020
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della Solennità della Santissima Trinità  (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro dell’Esodo (34,4-6.8-9)

In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano.
Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà».
Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità».


Quando nell’Antico Testamento Dio invita qualcuno a salire sul Sinai, il suo monte, significa che sta per fargli una rivelazione particolare. Nella I lettura di oggi Dio rivela a Mosè il suo nome: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6-7). Il Sinai è perciò il luogo dell’incontro con Dio che si lascia conoscere, seppur attraverso una nube, segno che, in questa conoscenza, rimane una parte di Mistero. Oggi la rivelazione fatta a Mosè può essere per ognuno di noi: è come se il Signore invitasse anche noi a salire sul Sinai. Ciascuno sa quale può essere il suo: nel silenzio della propria stanza, nel trambusto della città, nella vita di tutti i giorni che corre veloce… si può trovare quel “luogo” dove il Signore ci dà appuntamento per incontrarci. Lì, allora, potrà rivelarci il suo nome, ma, soprattutto, noi potremmo chiedergli, come Mosè, di essere sua eredità. Quando le tribù di Israele arrivarono alla Terra Promessa la divisero tra di loro ma la tribù di Levi, che aveva il servizio sacerdotale, non ricevette la sua parte perché «sua eredità doveva essere il Signore» (Dt 18,2). Noi eredità di Dio e Dio eredità per noi. Questo significa che noi, sul Sinai, possiamo essere di Dio e Dio può essere per noi, come un dono che si riceve perché si è amati da qualcuno che pensa al nostro futuro (eredità). Eredità di Dio è la vita eterna (Gv 3,16).


Qôl/call

Quale è il mio Sinai? Come il Signore mi incontra?

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it