24 Aprile 2020
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della III DOMENICA DI PASQUA (Anno A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro degli Atti degli Apostoli 2,14.22-33

[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene -, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza. Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».


Oggi mettiamoci nei panni dell’apostolo Pietro, uno dei “personaggi” a cui si dedicano più pagine degli Atti, insieme a Paolo. L’abbiamo conosciuto nei Vangeli come un uomo generoso; coraggioso (come quando mette il piede fuori dalla barca per andare incontro a Gesù che cammina sulle acque); dubbioso (poi affonda!); che si scopre capace di rinnegare il suo Maestro e per questo piange. 
Ora, lo ritroviamo davanti agli uomini di Israele con i quali, fino a questo momento, ha condiviso la propria fede e le Scritture. Tutte quelle parole ascoltate nel tempio, tante volte, hanno ora un sapore diverso, perché vengono ricomprese alla luce di Gesù, grazie allo Spirito, che ne svela il senso più nascosto. 

Pietro, ora, sostenuto dagli Undici, si alza in piedi per parlare ai suoi “fratelli”. Deve trovare le parole più schiette, a costo anche di non essere capito, o perseguitato, come avverrà. Sa quanto rischia ma lo fa, per loro, per noi, per la Chiesa. Deve raccontare tutto quello che ha vissuto con Gesù per gettare le fondamenta della nostra fede. Se non avesse trovato quella “franchezza”, noi non saremmo qui.
Anche a noi le parole a volte bruciano dentro, e preferiremmo doverle dire a degli estranei piuttosto che a dei fratelli. Ma spetta a noi, perché sappiamo che quelle parole vengono dallo Spirito, il vero protagonista degli Atti e di questo brano, che ci darà la fiducia necessaria, in noi e negli altri, per viverle e poi comunicarle.


Qôl/call

Possiamo pensare a quelle parole o a quella Parola per cui ci sentiamo “ardere il cuore nel petto” (cf. Lc 24,32) e che ci fa, senza esitare, cambiare strada quando ci stavamo allontanando “da Gerusalemme” come i discepoli di Emmaus. 

sr. M. Francesca
frasca.mfrancesca@apostoline.it