17 Luglio 2020
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro della Sapienza (Sap12,13.16-19)

Non c’è Dio fuori di te,
che abbia cura di tutte le cose,
perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto.
La tua forza infatti è il principio della giustizia,
e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.
Mostri la tua forza quando non si crede nella pienezza del tuo potere,
e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono.
Padrone della forza, tu giudichi con mitezza
e ci governi con molta indulgenza, perché, quando vuoi,
tu eserciti il potere.
Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo
che il giusto deve amare gli uomini,
e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che,
dopo i peccati, tu concedi il pentimento.


Forse le parole di questo testo della Sapienza risuonano dentro di noi come lontane e complesse, a tratti anacronistiche. Si parla di forza, potere, indulgenza, governo… sembra di leggere l’arringa di un avvocato difensore che si rivolge al suo assistito, in stato di accusa (Sap 12,13). 

A rivolgersi a Dio, secondo la tradizione, è il grande e giusto re Salomone, a cui Dio ha fatto dono della sua sapienza. Qui in questione è la forza di Dio e come lui la esercita nel mondo. 

Ci sembra strano si debba parlare di questo, quando l’accusa principale che il nostro tempo rivolge a Dio è quella di essere assente. Eppure un Dio potente dava fastidio allora quanto oggi, perché noi uomini misuriamo la Potenza, come anche la Giustizia, secondo la nostra idea. Ci sentiamo limitati nella nostra libertà da un Dio che si impone e governa al posto nostro, come dei figli adolescenti che sentono strette le regole dei genitori. La potenza di Dio, però, è tutt’altra cosa: è il disegno nascosto nelle pagine della storia che si rivela a tutti gli uomini e donne che riconoscono di essere creati per imparare ad amare. È la mano forte di Dio che libera il nostro cuore da qualsiasi altro potere a cui intenda sottostare. Noi che vogliamo essere liberi siamo, a volte, così pronti a dare all’altro il potere su di noi! Che si tratti di persone reali alle cui aspettative vogliamo corrispondere per “andar bene”; che si tratti dello sguardo del mondo che impone determinati standard per essere considerati quelli “giusti”, siamo spesso pronti ad affidarci al potere di un idolo per sentirci bene. Ma è la mano di Dio che libera, come ha fatto con Israele dall’Egitto (Es 14). È il suo potere che ci fa «splendere come il sole» (cf. Mt 13,43), stella a cui Dio, suo Creatore, concede di brillare di luce propria. 


Qôl/call

Da quale potere vorrei essere liberato? 

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it