10 Dicembre 2021
- Suore Apostoline

Commento alla prima Lettura della III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro del profeta Sofonia (Sof 3,14-17)

Rallègrati, figlia di Sion,
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia». 


Tutti vorremmo essere quella “Sion”, la città santa, a cui le parole del profeta Sofonia oggi si rivolgono: «il Signore ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia», sono l’apice della promessa. La versione ebraica del testo biblico però riporta delle parole diverse rispetto a quella greca che, in questo caso, il testo liturgico segue. Quel «ti rinnoverà con il suo amore» in ebraico è «farà silenzio per te con il suo amore». Entrambe le possibilità hanno ragion d’essere, semplicemente perché non è possibile, in questo caso, risalire al testo originale. Forse la versione greca «ti rinnoverà» sembra più logica perché come può Dio «fare silenzio» e contemporaneamente «esultare con grida di gioia»?
Eppure è così bello pensare a un Dio che tace con il suo amore per noi! Pochi amori reggono il silenzio come quelli più profondi e più intimi dove le parole, a volte, non servono. La liturgia di questi giorni ci accompagnerà a rileggere la storia di una giovane donna di Nazareth, Maria, maestra del silenzio, che custodiva tutto meditandolo nel suo cuore (Lc 2,19). A volte l’amore chiede il silenzio perché è meglio non dire alcune verità per non ferire o umiliare. Forse il silenzio tra la gioia e l’esultanza, che faceva tanto problema da dover seguire una versione del testo piuttosto che l’altra ritenuta non corretta, è quello della vita di tutti i giorni che scorre silenziosa in momenti nascosti che però hanno il respiro dell’eternità. È l’esperienza di Nazareth che si ripete nella nostra storia.


Qôl/call

La liturgia di oggi ci mette alla scuola di Giovanni Battista, colui che, umilmente, ha vissuto per fare spazio a Gesù, il Cristo. Anche noi possiamo chiederci: «Che cosa dobbiamo fare?» (Lc 3,10) per vivere facendo spazio a Dio nella nostra vita.

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it