19 Febbraio 2021
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della I DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro della Genesi (9,8-15)

Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra». Dio disse: «Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra. Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne, e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne».


Alleanza è una parola inusuale nel nostro linguaggio quotidiano, racchiusa forse nei libri di storia e capace di rievocare nomi di nazioni che non esistono più.
Nel testo di questa domenica, invece, l’alleanza è uno spazio di relazione nel quale Dio e l’uomo si incontrano e Dio promette di essere per sempre favorevole a lui, senza condizioni. Particolarità di questa alleanza è un segno nel cielo. L’arcobaleno, allora considerato «arco di Dio» poggiato sulle nubi in segno di pace, è, a tutti gli effetti, un segno di gioia, ancora oggi, anche per noi, uomini e donne “scientificamente corretti”, che lo identificano solo come un fenomeno ottico di rifrazione e riflessione della luce.

A leggere bene il testo della Genesi, l’arcobaleno è posto da Dio nel cielo perché Egli stesso si ricordi. Dio ha bisogno di poggiarsi sulla sua misericordia di fronte al male umano che non finisce. Dio, Creatore, forma un arco colorato di luce perché «quando la legge della giustizia verrà a sostenere l’accusa contro gli uomini possa guardare il segno e si ricordi dell’alleanza eterna», come recita un antico commento ebraico alla Bibbia. Il segno è per noi, come tanti ce ne sono della Sua presenza in mezzo a noi, e per Dio perché abbia qualcosa in comune con noi.

Il nostro Dio è, allora, innanzitutto, un Dio che si ricorda: di noi, della sua alleanza, delle sue promesse… un giorno, il Figlio, tentato nel deserto, avrà la forza di ricordarci ancora questa presenza dicendo che: «Il Regno di Dio è vicino» (Mc 1,15).


Qôl/call

«L’alleanza è tra me e voi» dice il Signore nella Genesi. In questo “spazio”, tra noi e Dio, quante parole, situazioni, relazioni, affetti, ricordi… mettiamo ogni giorno. Oggi, in questa prima domenica di Quaresima, sappiamo che questo spazio abitato da noi è affidato a Dio e alla sua misericordia, di cosa abbiamo bisogno che Dio si ricordi?

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it