5 Novembre 2021
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della XXXII Domenica del T.O.
a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal primo libro dei Re (17,10-16)

In quei giorni, il profeta Elia si alzò e andò a Sarèpta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere».
Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo».
Elia le disse: «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”».Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia.

La vita accade sempre in modo inaspettato. Come in questa vicenda che coinvolge il profeta Elia. Qui la vita viene da una straniera di Sarépta di Sidone, una vedova che fa parte dei poveri più poveri, una donna che è anche madre di un figlio che deve crescere da sola. Lì dove non ci sono molte possibilità umane, proprio lì non di rado si manifesta Dio. Forse per insegnarci a riconoscerlo, Lui che si fa piccolo e essenziale alle nostre domande e attese di vita, di speranza, di futuro, di pienezza.
La fede, poi, fa il resto. Farina, olio e acqua non vengono meno per molti giorni trasformando un ultimo pasto prima di lasciarsi morire, in un nuovo inizio in cui, come in questa piccola comunità costituita da Elia, la donna e il bambino, ci si incoraggia a vicenda e ci si aiuta a riconoscere il miracolo della vita che avviene dalle mani stesse di Dio.
«C’è tempo per morire; prima, c’è l’urgenza dell’obbedienza e della fiducia» (B. Costacurta).
Obbedienza alla parola di Dio affidata ai piccoli e poveri, e fiducia nella vita che viene di nuovo a visitarci.
Quel poco che è tutto, dato con fede da questa donna come anche dalla vedova del Vangelo (Cf Mc 13,38-44) e da tanti che ci hanno preceduto in un’ordinaria santità di vita, quel poco dice che a rimanere è solo l’amore, perché l’amore è da Dio (Cf 1Gv 4,7).


Qôl/call

Quel poco che rimane è la certezza che mentre rispondo alle circostanze della vita con tutto l’amore possibile in questo momento, Dio si prende cura di me e non mi fa mancare il necessario. Ne basterà, avremo farina e olio, amore e vita a sufficienza per tutti.

sr. Letizia 
molesti.l@apostoline.it