4 Giugno 2021
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della Solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo (ANNO B)
a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro dell’Èsodo (Es 24,3-8)

In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo:
«Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».


Tutte le parole del Signore, tutta la legge data al Sinai a Mosè, prima si fa poi si ascolta. È questo un momento unico, solenne, in cui per la prima volta viene conclusa l’alleanza tra il Signore e Israele suo popolo attraverso la mediazione di Mosè. Il popolo si impegna con Dio e Dio con lui.
Amare è preparare. Le 12 pietre, l’altare, il libro, le offerte, il sangue… Per fare alleanza c’è un lavoro di Mosè che scende dal monte, dice tutte le parole del Signore al popolo, le scrive sul libro, si alza presto, costruisce l’altare e manda alcuni giovani a offrire sacrifici di comunione e olocausti – giovani laici (perché l’istituzione sacerdotale non è stata ancora introdotta) che rappresentano tutto il popolo e sono promessa di futuro e speranza. È una preparazione rituale minuziosa, lenta e solenne, come la preparazione di un matrimonio, di una festa importante, dove ogni minimo dettaglio ha un senso, vuole dire tutto l’amore che è in gioco (Cf Mc 14,12-16).
Amare è prendere parte. Ciò avviene, in questo giorno speciale per la storia di Israele, con la lettura delle parole del Signore, il “Sì” pieno e appassionato del popolo e il rito dell’aspersione del sangue. Il sangue è segno che quelle Parole dette da Mosè all’orecchio del popolo sono efficaci. Israele con questo rito diventa un popolo particolarmente vicino a Dio, non è più quell’insieme di persone che era prima. Da adesso in poi tutto è diverso: “io sono per te e tu sei per me”, siamo diventati un tutt’uno, diventiamo parte insieme di un’unica realtà di Vita. Proprio questo avviene nell’Eucarestia: ed è il massimo dell’amore (Mc 14,22-25).


Qôl/call

Le parole dell’Ultima Cena che la Chiesa ha gelosamente custodito, trasmesso e scritto come tesoro prezioso, sono il “Sì” di Gesù all’alleanza con noi: parole efficaci che non vengono mai meno perché sono la Sua stessa vita donata e versata per noi. Su queste parole oggi anch’io posso dire, come il popolo di Israele al Sinai, il mio “Sì”.

sr. Letizia 
molesti.l@apostoline.it