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Lieti di essere oltraggiati

Che importa, Signore, allora, quello che ognuno di noi può e sa fare, quello che conta è poter condividere la gioia dei primi apostoli, che seppero dimenticare i propri tradimenti e le proprie fughe e si lasciarono riamare da te! Di cosa essere giudicati degni, Signore, se non di condividere la tua stessa sorte e poter dare anche noi «la vita per gli amici»!

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Lo spazio nuovo dell’altro

“Pace a voi!” (Gv 20,19-31). Siamo costruttori di pace partendo da uno sguardo di fede verso le realtà in cui siamo, per accorgerci di quello che già c’è e che il Signore aggiunge e non ci fa mancare attraverso la presenza del fratello.

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Un’alleanza di pace

Il Signore con la sua pace ripara ciò che è ferito facendo gioire l’animo che non era più capace di farlo; restituisce una condizione quasi primordiale in cui, come il primo uomo e la prima donna, possiamo godere dei frutti del giardino (cfr. Gen 1,29). Ricevere questo suo dono è essere paghi della vita e sicuri del bene ricevuto, mai più soli, contenti di ciò che si ha e ciò che si è.

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Una parola a chi è stanco

Colpisce quanta durezza, fermezza interiore e saldezza d’animo ci vogliano per essere capaci di “indirizzare una parola allo stanco” (Is 50,4). La strada della solidità interiore che Gesù ci indica è quella del Servo che ascolta la Parola.

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Per raccontare la tua lode

Se prima il Signore aveva aperto una strada nel mare, ora apre una strada fertile nel deserto: innanzitutto nel deserto di ciascuno, fatto di solitudine (come tutti i deserti) e di mancanza di frutti. Chiunque abbia occhi nuovi per riconoscere e curare i germi di novità che spuntano nella sua quotidianità è lode per il Signore.

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