19 Agosto 2022
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla Prima Lettura della XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro del profeta Isaia (66,18b-21)

Così dice il Signore:
«Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria.
Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti.
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore.
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore»
.


Siamo alle battute finali del libro del profeta Isaia in cui si racchiudono le ultime volontà del Signore dopo tutto quanto esposto nelle intense pagine precedenti. Quasi un’eredità, un’ultima parola che Egli vuole lasciare ad Israele, il popolo eletto.
Per essere chiaro Dio, che parla in prima persona, dice la sua intenzione di radunare «tutte le genti e tutte le lingue». Nel testo, anche nella sua versione originale, ricorre spesso l’aggettivo, a volte sotto forma di avverbio, «tutti».
Il compito delle genti “radunate”, sarà quello di radunare ancora altre genti per mostrare la gloria, cioè la presenza, il “peso” di Dio a ciascuno. Bellissimi allora gli elenchi dei paesi (Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros…) che indicano il mondo allora conosciuto, l’“ovunque” dove si dovrà arrivare a parlare di Dio, a mostrare la sua presenza.

E dove si ritroveranno tutti? Sul monte di Dio, ovviamente. Nella città santa, ovviamente. E se sarà difficile arrivarci ci saranno a disposizione tutti i mezzi possibili (cavalli, carri, portantine…). Delicatezza di un Dio che ha camminato con il popolo indicare dei mezzi di trasporto! Non sarà possibile rimanere gli ultimi della fila, non ci saranno piedi stanchi o piagati, gambe che tremano o ginocchia che vacillano perché al monte di Dio, tutti arriveranno sostenuti da qualcuno che li porterà.
E che cosa saranno questi tutti? Un’offerta. Perché, per essere un’offerta, nel senso più profondo del termine, basterà semplicemente aver visto Dio.

E se questo futuro diventasse il nostro presente? Se provassimo a portare la gloria di Dio ovunque? Se diventassimo oggi offerta gradita a Dio? Per poter, già ora, gustare la salvezza di Dio promessa a tutti coloro che saranno passati per la porta stretta dell’amare amici e nemici (Lc 13,22-30).


Qôl/call

Vedere la tua gloria, Dio, ci fa diventare offerta: spazio in cui tu puoi abitare e luogo a disposizione di chiunque voglia incontrarti. Che possiamo essere quei “canali” capaci di portare l’acqua pulita del tuo amore a tutti, Signore.
Chi sono quei tutti a cui desiderei poter mostrare la gloria di Dio?

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it