Chi è don Giacomo

«Eccolo, umile, silenzioso, instancabile, raccolto nei suoi pensieri che corrono dalla preghiera, all’opera sempre intento a scrutare i segni dei tempi… Lasci che il Papa, a nome di tutta la Chiesa, esprima la sua gratitudine». Sono le parole che Paolo VI nel 1969 pronunciò a don Giacomo Alberione ricevuto in udienza, parole che sintetizzano la passione apostolica del fondatore della Famiglia Paolina.
Nacque nel 1884 a San Lorenzo di Fossano (CN), da genitori contadini. La sua vita fu intensa e ricca di iniziative tutte orientate all’annuncio del Vangelo tramite i mezzi di comunicazione. La nascita della Famiglia Paolina esprime proprio il suo progetto spirituale e apostolico: “vivere e dare al mondo Gesù Maestro” che nel vangelo di Giovanni si definisce Via Verità e Vita. Nel 1914 ad Alba (CN) iniziava questa avventura con pochi ragazzi e l’anno successivo con un piccolo gruppo di ragazze. Oggi la sua Famiglia, dopo 100 anni di storia, è presente in tutti i continenti. Fu proclamato beato nel 2003 da Giovanni Paolo II.
Giacomo Alberione fu un uomo dalle grandi intuizioni, ma anche un uomo capace di sentire. È proprio questa parola, usata ripetutamente nella sua autobiografia, a portarci dentro la sua esperienza. Nella notte trascorsa in adorazione nel Duomo di Alba, il 31 dicembre 1900, fece un’esperienza forte del Dio: «Una particolare luce dall’Ostia, maggiore comprensione dell’invito di Gesù: Venite a me voi tutti; gli parve di comprendere il cuore del grande Papa, gli inviti della Chiesa, la missione vera del sacerdote… Si sentì profondamente obbligato a prepararsi a far qualcosa per il Signore e gli uomini del nuovo secolo con cui sarebbe vissuto». Tutta la vita successiva di don Alberione fu un dar concretezza a questo sentire, a questa intuizione forte e chiara. Sentì che la società stava cambiando e molti lasciavano la Chiesa, sentì la necessità di portare nelle famiglie il Vangelo, sentì la comunicazione come una nuova opportunità per avvicinare l’uomo e la donna a Dio… Sentì che il Signore lo stava chiamando per una nuova vocazione nella Chiesa, uno slancio missionario sullo stile di San Paolo, colui che sentì la voce del Cristo sulla strada verso Damasco e per Cristo consacrò tutte le sue energie fino a Roma.  (a cura di don Domenico Soliman ssp, rivista SE VUOI)

San Paolo è l’esempio straordinario di come il Signore raggiunge una persona, la cambia nel profondo con una chiamata impregnata di amore. È così che all’amore si risponde con l’amore, con un desiderio incontenibile di farlo conoscere… Da qui nasce la Famiglia Paolina
che è così costituita:
– Società San Paolo
– Pia Società delle Figlie di San Paolo
– Pie Discepole del Divin Maestro
– Suore di Gesù Buon Pastore
– Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni (Suore Apostoline)
Istituti aggregati alla Società San Paolo:
– Gesù Sacerdote
– San Gabriele Arcangelo
– Maria Santissima Annunziata
– Santa Famiglia
– Associazione Cooperatori Paolini.

Dai suoi scritti

“Vivere di Dio”
L’postolo ha un cuore acceso di amore a Dio ed agli uomini; e non può comprimere e soffocare quanto sente e pensa. L’Apostolo è un vaso di elezione che riversa, e le anime accorrono a dissetarsi. L’Apostolo è un tempio della SS. Trinità che in lui è sommamente operante. Egli, al dire di uno scrittore, trasuda Dio da tutti i pori: con le parole, le opere, le preghiere, i gesti, gli atteggiamenti; in pubblico ed in privato; da tutto il suo essere. Vivere di Dio! E dare Dio (da Ut perfectus).

Vivere per le vocazioni
«Considerate la bella vocazione che il Signore vi ha dato: voi avete il compito di lavorare per tutte le vocazioni, collaborando con i sacerdoti, i genitori, gli insegnanti, nelle parrocchie, nelle diocesi, nelle missioni, ecc. Voi siete “le suore”.
Avete una posizione: Dio che vi ama. Il Signore quando crea un’anima le dà una destinazione. Rimanete in mezzo fra Dio che vuole e le anime. Dovete avere una purezza speciale per farvi portatori della voce di Dio; Dio non parla direttamente ma ispira. Voi siete come i canali: il canale porta l’acqua. La vocazione parte da Dio, passa da voi che siete i canali e arriva alle anime. La volontà di Dio venga presentata purissima, come attraverso un tubo d’oro. Nel canale ci possono essere delle pietruzze: l’acqua non passa bene. Così la voce di Dio non può passare se non c’è la purezza di mente, i pensieri alti: cercare Dio. Quando l’anima è santa, pura di pensieri, il Signore l’aiuta, viene in lei. Se c’è la santità, Dio guida, vi indica le vocazioni».
«…Il problema dell’avvenire… costituisce in fondo il travaglio di ogni anima. È perciò una bella carità aiutare i giovani a porsi la domanda: “E tu che farai?”». … «Far la carità somma: quella della verità». (don Alberione alle Suore Apostoline)