CAST TECNICO
Titolo originale: Aline
Regia: Valérie Lemercier
Sceneggiatura: Brigitte Buc e Valérie Lemercier
Fotografia: Laurent Dailland
Montaggio: Jean-François Elie
Scenografia: Emmanuelle Duplay
Genere: Drammatico – biografico – musicale
Durata: 123’; Nazione: USA – Francia
Anno: 2021
Produzione: Rectangle Productions
Distribuzione: Lucky Red e Universal Pictures
Uscita in Italia: 20 gennaio 2022
Fuori Concorso alla 74a edizione
del Festival di Cannes

CAST ARTISTICO
Aline Dieu: Valérie Lemercier
Guy-Claude Kamar: Sylvain Marcel
Danielle Fichaud: Valérie Lemercier
Anglomard Dieu: Roc Lafortune
Jean-Bobin Dieu: Antoine Vézina
Pascale Dieu: Pascale Desrochers
Fred: Jean-Noël Brouté
Martine Lévêque: Sonia Vachon

 

Sguardo d’insieme

Alla fine degli anni Sessanta, nel Québec, nasce Aline Dieu, chiaramente ispirata a Céline Dion, quattordicesima e ultima figlia di Sylvette e Anglomard Dieu. I genitori mettono in piedi una numerosa famiglia dove la musica è sempre presente. È in famiglia che Aline scopre di aver ricevuto il “dono” della voce definita poi, dai maggiori esperti di musica pop: “con note alte simili a campane di vetro”.
La storia che inizia nel Québec presenta la piccola Aline come straordinario talento naturale che non ha la più pallida idea della musica, ma che è “piena di note dentro”, purissime e assolute. I sogni di Aline sono quelli di una ragazza vissuta in una famiglia numerosa, una famiglia bizzarra a volte, ma affiatatissima. Vengono raccontati a una madre con la quale la giovanissima, da sempre, intesse un rapporto speciale, come vengono anche raccontate le insicurezze e la forza impetuosa dei sentimenti.
Se Aline – La voce dell’amore non è un biopic nel senso vero del termine e ha i toni della commedia romantica fiabesca, il suo grande valore è quello di rivelare la “persona” dietro la star e il “dono” dietro la voce perché riflette più sull’essere umano che sulla musica. Se a cinque anni di età Aline canta già ai matrimoni, è quasi per gioco che, a 12 anni, incide una demo che viene inviata a Guy-Claude che crede, stupito, nel suo talento e s’impegna a raffinarlo.
Così inizia, per la giovane Aline, un percorso sempre in salita, successo dopo successo. Il produttore musicale, da subito, decide di rendere la semplice Aline la più grande cantante al mondo. E così accade, concerti dopo incisioni. Sostenuta dalla sua famiglia e aiutata da lui, la ragazza diventa la regina di Las Vegas.
Quasi da sempre l’adolescente ha il cuore pieno d’amore per l’uomo che ha creduto in lei dall’inizio e intensamente, e desidera vivere con lui. La famiglia fa fatica ad accettare che la figlia si fidanzi con un uomo sulla soglia dei quarant’anni perciò toccherà alla coppia dimostrare che il loro è vero amore anche se i due sono distanti 26 anni di età. Arrivano i figli perché il desiderio di maternità di Aline è grande. Una profonda e vasta tristezza attanaglia la vita di Aline a partire dalla notizia della malattia di Guy-Claude e continua fino alla sua morte e oltre, nel tempo, nonostante le canzoni seguano le canzoni e i premi rotolino verso di lei, uno dopo l’altro.

Linee di lettura

Valérie Lamercier porta chiaramente sullo schermo Céline Dion e fa questo destrutturando le regole del biopic, mescolando realtà e finzione e narrando con la giusta leggerezza e poesia la storia di un talento naturale conosciuto da Oriente a Occidente e dal Nord al Sud del mondo. La versione che Valérie Lamercier dà di Céline Dion è alla portata di tutti i pubblici. Difatti la didascalia di apertura dichiara che il film è liberamente ispirato alla star Céline Dion che ha reso irripetibili, con la sua voce, The Power of Love, Because You Loved Me, Think Twice, I’m Your Angel e che ha vinto l’Oscar per My Heart Will Go On, nel kolossal Titanic.
Una intensa e profonda linea di lettura è quella del talento. In estrema sintesi Aline è la storia di un talento regalato allo spazio del mondo e al tempo, dove sembra che il caso giochi il ruolo principale mentre invece è la famiglia, il supporto ricevuto, l’esperienza di Guy-Claude e la sua certezza e convinzione di dovere e di potere fare di un diamante grezzo un preziosissimo e luminoso brillante. Il più grande ruolo è giocato dall’amore. Queste sono le forze che “realizzano” Aline. E per noi? Sviluppiamo il nostro e altrui talento dopo averlo scoperto? La famiglia e gli amici ci aiutano in questo? Siamo disposti a dedicare tempo e sforzi a svilupparlo? Facciamo pratica e “usiamo” il nostro talento per gli altri? Se l’assoluta padronanza di un talento la si guadagna con lo sforzo, il film lo punteggia bene attraverso il superamento di incertezze, paure, momenti bui di Aline.
Lo sappiamo che quando sviluppiamo e usiamo i nostri talenti per gli altri, facciamo una buona opera? Ci ricordiamo che i talenti arrivano diritti da Dio? Una bella scoperta sarebbero, nella Parola, gli esempi di persone i cui talenti sono stati accresciuti perché li hanno usati saggiamente.

Il film è molto ben fatto e piace perché sorretto da una giusta dose di ironia come quando Aline si perde nella sua villa da 48 camere, come quando scrive a Guy-Claude “Non mi piace” dando il proprio giudizio sulla canzone My heart will go on che sarà poi il suo più grande successo.
Grazie al suo ritmo veloce, il film ci trascina dentro a una “storia” che potrebbe esserci raccontata prima di addormentarci e, in questo caso, ce la racconta Valérie Lemercier, esperta di cinema comico, che imprime al film un carattere spiritoso. Per tutta la durata del film, grazie ai prodigi tecnologici del morphing, Aline ha il viso della regista e cosceneggiatrice. Con molta bravura la regista la rende inoltre protagonista di un appassionato e colorato viaggio attraverso la cultura pop. Eccellente la recitazione dell’intero cast, dalla coloratissima Mamma che parla con l’accento francese del Qué-bec, a Guy-Claude Kamar, che è forse il più bello e complesso di tutti i personaggi, tenero e rispettoso, prima detestato dalla matriarca e poi accolto come quindicesimo figlio.
Il film si vede tutto d’un fiato costellato dalle esibizioni, dai balli, dalle pose e si ascolta con immenso piacere attraverso i brani più celebri cantati da Victoria Sio, bravissima.
La maggior parte delle lacrime che si spargono durante il film sono di gioia. Se il ritmo del film non perde un colpo, ci lascia anche molto per la riflessione.

(Caterina Cangià, rivista SE VUOI 2/2022)