CAST TECNICO

Titolo originale: The Biggest Little Farm
Regia: John Chester
Sceneggiatura: John Chester, Mark Monroe
Fotografia: J. Chester, B. Lanpher, M. Cunningham,
C. Cunningham, C. Martin, K. Romanek
Montaggio: A. Overbeck,
Musiche: Jeff Beal
Durata: 91’
Genere: Documentario, Biopic
Nazione: USA 2018
Produzione: Sandra Keats, John Chester
Distrib. Italia: Teodora Films
Anno di uscita in Italia: 5 settembre 2019 

CAST ARTISTICO

John Chester: se stesso
Molly Chester: se stesso
Alan York: il mentore

 

Sguardo di insieme

La Fattoria dei nostri sogni, il film diretto e recitato da John Chester, racconta la bellissima storia vera di John e Molly Chester, una coppia in perfetta intesa, lui regista e cameraman specializzato in documentari naturalistici e lei cuoca e blogger, specializzata in cucina salutare a base di materie prime coltivate con tutti i canoni del caso, che fugge dalla città congestionata e rumorosa per realizzare un sogno che è, al tempo stesso, un modo di vivere: costruire dal nulla un’estesa fattoria seguendo i criteri della coltivazione biologica e di una assoluta sostenibilità ambientale. Un tentativo carico di rischi e di imprevisti che porta però al successo, nonostante le difficoltà continue e sempre nuove. La volontà di superare ogni ostacolo è ricompensata da momenti di intensa gioia: prendersi cura della natura con una dedizione totale porta alla comprensione dei suoi ritmi, profondi e lenti. Dall’ascolto emotivo di questi ritmi nasce l’esperienza e, con essa, il successo di un’incredibile impresa. Il fatto che il film racconti una storia vera e che la sua realizzazione sia durata otto lunghi anni sono una testimonianza che la coltura tradizionale è possibile. Un film che dà voglia di ritrovare l’armonia ancestrale con la natura e con gli altri. 

Linee di lettura

Man mano che i 91 minuti del film vengono catturati dallo sguardo e dall’udito, lo spettatore  si emoziona, viene coinvolto e… impara. Apre lo sguardo e il cuore al nostro pianeta, al ciclo della vita e che tutto si tiene e si sostiene per il legame stretto che lega la natura e l’uomo. 

Ciò che colpisce maggiormente a livello contenutistico è il voler rispettare la natura e il suo ciclo vitale. Sembra di leggere, in linee e colori, alcuni passaggi della Laudato si’ o “Enciclica verde” di Papa Francesco: il seme gettato oggi dall’agricoltura biologica e soprattutto biodinamica, ben custodito dagli uomini di buona volontà, ha una missione possibile per il futuro dell’umanità. Il film potrebbe anche leggersi sulla falsariga della frase spesso ripetuta da san Francesco nel suo Cantico delle Creature, che loda il Signore per esse. In questo caso la lode si innalza dalle stupende inquadrature del film che si susseguono alternando primissimi piani o macrofotografie di insetti colpiti da raggi di sole, di ali svolazzanti, di fiori dai colori vivacissimi che contrastano con sfondi impastati di grigio e di ocra. Sono un vero Cantico le scene che si arrotolano e si  rotolano sul filo delle stagioni con luminosi scorci di tramonto, nubi minacciose e un fuoco devastante in una delle scene più crude del film. «Laudato si’ mi’ Signore, cum tucte le tue creature», con la scena della nascita dei maialini che emoziona la famiglia Chester, con l’orda di ochette che avanza dietro John come se fosse mamma oca, anche con gli animali predatori in agguato. San Francesco è, indirettamente, una fonte di ispirazione e “l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità”.
La Fattoria dei nostri sogni è un film educativo per tutti, perché l’approccio all’agricoltura è fatto nel massimo rispetto della natura e del suo ciclo vitale. Né prodotti chimici, né veleni, né interventi dell’uomo che possano alterare l’ecosistema. Ci abbiamo pensato? Il film non ci invita a farci contadini, ma a sensibilizzarci in tutte le nostre fibre contro lo scempio delle prevaricazioni nei confronti della fauna e della flora.
Funzionerà il messaggio che Molly e John lasciano allo spettatore? Certo, se impara a vivere la natura con i suoi equilibri. Il film racconta il senso della vita, anche attraverso la determinazione a riuscire.
Un’importante linea di lettura è proprio nel titolo del film, ovvero qualcosa che si realizza perché lo si sogna. La connotazione più forte di un giovane o di una giovane è il sogno che può chiamarsi anche “ideale”.
Il contenuto del film, spoglio della bellezza delle inquadrature e dei suoni della natura, lo esprimiamo così come  lo esprimevano i coniugi Chester: i nostri sogni diventano realtà attraverso tutto l’impegno e tutto l’amore che mettiamo in ciò che facciamo.
Allora tutto è “fattoria” se è la realizzazione di un sogno, la materializzazione di un ideale, la risposta a una vocazione. L’entusiasmo di John e di Molly ci contagia come la loro disperazione ci assomiglia, perché John e Molly siamo noi. Il film, oltre a essere un inno alla natura, è un inno al coinvolgimento vitale. Molto ci sarebbe ancora da dire su questo capolavoro di accudimento della creazione che “geme e soffre” e poi rinasce.
La coppia trasforma un terreno che può a malapena far crescere limoni e avocado in un habitat per 850 animali e per 76 distinte varietà di coltivazioni biodinamiche!
Mente, cuore e spirito sono chiamati, insieme, a rispondere a una chiamata. Se per Molly e John la chiamata ha la voce dell’azione positiva nei confronti della natura, per noi potrebbe avere quella dei Piccoli e dei Poveri. Uno sparuto gruppo di persone “dedicate” a un progetto può migliorare l’immediato ambiente. Lo ricordiamo nel quotidiano, quando il dream project che ci brucia nel cuore ha bisogno di essere mantenuto vivo?

(sr. Caterina Cangià, SE VUOI 6/2019)