Il coraggio di cambiare rotta

 

 

Digitale terrestre, pay tv, Netflix e serie tv, canali televisivi a cui si può accedere on demand previa iscrizione, Amazon Prime: ogni sera ciascuno di noi può accostarsi alla visione di centinaia e centinaia di programmi, film, documentari, serie televisive. Potrebbe vedere molte cose, ma in realtà può seguirne una sola. In questa immagine sta racchiuso il dramma della libertà, capace di offrire una visione grandissima e nello stesso tempo chiede di scegliere e percorrere una strada sola. Chi di noi, da adolescente, non ha provato l’ebrezza di sentire che la vita gli si spiegava davanti in tutte le sue possibilità? Chi non ha provato la vertigine non solo di cullare o avvicinarsi a una scelta, ma di iniziare a percorrerla? Chi, dopo solo pochi passi, non è stato assalito dal dubbio di aver fatto la scelta sbagliata? Oppure ha iniziato, quasi immediatamente, a percepire che ogni scelta costringe a una direzione? Piacerebbe a tutti poter vivere eternamente nel sogno che tiene aperte tutte le possibilità: è una sensazione di onnipotenza (posso ancora fare tutto) e nello stesso tempo di perfezione (non ho ancora fatto niente, quindi non ho sbagliato nulla). Spesso finiamo per immaginare Dio proprio così: colui che può tutto e non sbaglia mai. In realtà, decidendo di abitare la nostra storia nella persona di Gesù, Dio ci ha insegnato che il rischio dell’esistenza va accettato con tutte le sue regole e le paure che essa comporta. Questi ultimi tempi, dall’apertura della pandemia, ci hanno aiutato a capire che il mondo e la vita non possono essere sempre vissuti pensandoci come una civiltà in marcia verso un progresso inesauribile e infallibile. Le fragilità esistono: esse portano con sé un senso di impotenza, la paura di non farcela, il rischio di sbagliare. Ma “sbagliare vita” non significa cadere vittime delle proprie fragilità: piuttosto significa non riconoscerle come parte di noi. Può capitare di iniziare un percorso che dopo un po’ non si riconosce come adatto alla propria situazione di vita. Che fare? Abbandonare o andare ostinatamente avanti? Torniamo all’esempio di un dopo cena: già scegliere in mezzo ad un’ampia offerta non è facile, ma ancor più potrebbe sembrare difficile se il programma non ci affascina subito; il sospetto è che non ci piacerà, ma nello stesso tempo lo possiamo scoprire solo seguendolo fino in fondo. La vita non è la visione di un film e scegliere può essere talvolta ancora più difficile: proviamo a vedere le possibilità. La prima è quella di saltare presto da un’esperienza all’altra, immaginando di poter scoprire facilmente quale è più adatta alla propria situazione: scelta da evitare. Essere ovunque saltando da una parte all’altra, finisce per non farci appartenere a niente, per non farci fare esperienza di nulla e alla fine non potremo dire nulla di significativo di ciò che stiamo vivendo. In genere questa è la situazione di chi è perennemente insoddisfatto. La seconda possibilità è proseguire verificando se effettivamente ciò che si sta facendo è utile alla propria situazione di vita oppure no. Ci vogliono però delle ragioni che diano fiducia nel cammino: la presenza di amici o persone importanti, il riconoscimento della qualità di ciò che si fa o viene offerto. Qualche volta un’esperienza può diventare bella proprio grazie all’investimento personale di chi la sta facendo: è una possibilità, se ci sono possibilità di fiducia. La terza possibilità è quella di trovare il coraggio di cambiare rotta. I cambiamenti frequenti e repentini non portano da nessuna parte, ma anche non saper riconoscere le opportunità mantiene una situazione di vita in paludi da cui non si riesce più ad uscire. Ci vuole umiltà e pazienza, insieme a una buona dose di coraggio. La cosa importante è non navigare a vista, senza prendere in considerazione l’obiettivo che si vuole raggiungere. Serve quello che chiamiamo discernimento per sapere non solo dove si vuole andare, ma anche cosa serve per arrivarci. La frequenza di una verifica può aiutare a decidere quei cambiamenti che aiutano a mantenere lo sguardo su una finalità che è onorare la vita ricevuta. Proprio come ha saputo fare Gesù: la sua frequente confidenza con il Padre attraverso la preghiera, gli ha dato la fiducia necessaria per non perdere mai di vista la ragione della sua vita. E come i Santi, testimoni di cambiamenti di rotta coraggiosi e sapienti che ci hanno mostrato di poter vedere le molte possibilità di bene che la vita ci offre.

(Michele Falabretti, rivista SE VUOI 2/2021)