GIUDA TADDEO

L’apostolo dal cuore grande

Un NOME misterioso

Giuda Taddeo è stato definito da san Girolamo “l’apostolo dei tre nomi”: Giuda, Taddeo e Lebbeo. Il primo nome è attestato negli scritti dell’evangelista Luca (6,16 e At 1,13) che ne fa il «figlio di Giacomo», intendendo probabilmente con «Giacomo» il futuro responsabile della Chiesa madre di Gerusalemme, uno dei parenti del Signore che aderì al gruppo dei discepoli dopo la Risurrezione. Giuda viene anche menzionato con questo nome dal quarto Vangelo che lo distingue chiaramente dall’omonimo Giuda Iscariota (Gv 14,22). Il secondo nome, Taddeo, è riferito da Marco (3,18) e da Matteo (10,3), i quali, nella lista dei Dodici, lo collocano tra Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelota; il nome richiama un sostantivo aramaico che significa «petto», usato anche per indicare persone dal coraggio inedito. Il terzo nome, Lebbeo, è una variante del nome Taddeo attestata in codici molto antichi e che richiama una parola aramaica usata per indicare il cuore. Da qui la convinzione che Giuda Taddeo fosse un apostolo dal cuore grande e un uomo coraggioso e convinto.
È bello pensare che dietro i nostri nomi si possa celare il mistero di una particolare vocazione…

Un CUORE aperto al mondo

Il cuore di Giuda Taddeo è talmente grande che nell’Ultima Cena, di fronte ai discorsi di Gesù, sembra essere l’unico a preoccuparsi del «mondo», percependo nelle parole del Maestro una sorta di chiusura verso chi non manifesta alcuna disponibilità nei suoi confronti. La sua domanda, in tal senso, è diretta e chiara: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
La domanda sembra lasciar trapelare sorpresa e preoccupazione, oltre alla convinzione che i Dodici non hanno nessun motivo per ritenersi migliori degli altri, cosa peraltro confermata da quanto si verificherà subito dopo con il tradimento di Giuda Iscariota, il rinnegamento di Pietro, la fuga generale degli altri.
Forse è anche questo il motivo per cui Giuda Taddeo diventerà molto presto l’apostolo dei casi disperati, capace, anche nella peggiore delle situazioni, di suscitare la compassione del Signore.
Chi ha sperimentato su di sé l’azione del Signore non può che diventarne segno. Da qui, forse, la preoccupazione “cordiale” di Giuda Taddeo per il mondo e per tutti i casi disperati che lo abitano.

(Giacomo Perego, rivista SE VUOI 4/2018)