Commento al Vangelo secondo Giovanni 8,1-11

Una storia nuova!

Geniale, in una frase Gesù lascia di stucco a tutti, pure a noi dopo 2000 anni, forse perché è facile impersonificarsi in quei farisei e quindi ci sentiamo un po’ chiamati in causa. Puntiamo il dito sul peccato altrui senza indugio, ma mai che questo dito si ritorca verso di noi. Ma chi punta il dito è peccatore e quando tu giudichi, uccidi… a volte nemmeno così metaforicamente.

Quand’è invece che possiamo prenderci il “diritto” di parlare di qualcuno? Quando abbiamo il cuore puro, quando ci troviamo fuori da questa condizione di peccato e sappiamo di trovarci nella verità, di parlare nell’amore. E Gesù è amore.
Ma perché giudico se io, che ho una lista chilometrica di peccati, sono amata così tanto? Guardare i propri peccati è arduo, è più semplice sottolineare i peccati altrui piuttosto che avere il coraggio di ripartire, a volte nemmeno la consideriamo come ipotesi, rimuginiamo sui nostri errori e ci torturiamo e quando non ne possiamo più di torturare noi stessi, torturiamo gli altri.


Ma qui Gesù fa una cosa mai vista; scrive per terra. E in quella terra spostata dalle sue dita scrive la nostra storia, DACCAPO! I farisei non reggono il confronto con questa proposta d’amore e se ne vanno.
L’adultera rimasta finalmente sola con Gesù scopre lo sposo vero e allora certo che non ha bisogno di peccare più, “d’ora in poi” inizia una nuova vita, perché con il Signore si può ricominciare, perché solo nel Signore puoi trovare l’amore vero. Ed è un amore che ti lava via tutto lo sporco di una vita di sozzure, senza lasciarti macchie residue, e ti riempie il cuore. La donna torna a casa perdonata, i farisei con i loro peccati.
I veri giudicati sono i farisei, l’unica assolta è la donna. E tu chi sei?

(Diletta Indiveri 20 anni)