PONTE che cancella l’idea del nemico

di Franco Vaccari, Presidente “Rondine Cittadella della Pace”

 

Papa Francesco invoca un nuovo umanesimo per l’Europa basato su tre capacità: “integrare, dialogare, generare”. Il suo appello è “Costruire ponti, non muri”

Il tema della diversità e della differenza è eterno e in quest’epoca il differente, il diverso e lo straniero generano ancor di più paura e ansia. E allora questa invocazione ci costringe a guardarci dentro, a rompere quegli schemi che ci fanno sentire falsamente al sicuro nella nostra povertà di solitudine. Noi ci dobbiamo preoccupare di generare invece comunità pluriformi, perchè possano nascere delle relazioni in cui la diversità – come spesso si dice, ma poco si pratica – la sperimentiamo fin dal profondo come ricchezza, anzichè come nostra possibile morte.

Venti anni fa, credendo fortemente in questa strada, in questo dovere che gli adulti hanno nei confronti delle nuove generazioni, ho fondato l’associazione Rondine Cittadella della Pace. E così un piccolo borgo toscano abbandonato è divenuto la sede di uno Studentato Internazionale dove accade qualcosa di unico. Giovani provenienti da luoghi di guerra “scelgono” di vivere con il proprio nemico. Giovani che si portano dietro il fardello della Storia, carichi di dolore, di paura, a volte di odio, ma che trovano il coraggio di fare quel primo gesto, che in questo caso è salire su un aereo e venire a Rondine a conoscere quel “nemico” di cui tanto hanno sentito parlare, ma che spesso non hanno mai incontrato. Quel nemico all’improvviso ha un volto, ha un odore… è una persona! E spesso una persona che come lui non ha scelto la guerra, ci è nato dentro, non ha scelto di avere un nemico, gli hanno insegnato che è così. E allora mi tornano in mente le parole di Ermira, una ragazza azerbaigiana. “Quando sono arrivata a Rondine non ho voluto stringergli la mano, quando sono andata via, non ho potuto fare a meno di abbracciarlo”. Ermira parlava del suo nemico che dopo due anni a Rondine era solo Gevorg, una persona cara, il suo amico armeno. In queste poche parole c’è la storia di un rovesciamento totale: colui che ritenevo essere l’origine di tutti i miei mali – che legittima la fantasia di sparizione e di soppressione dell’altro perchè io possa vivere – è diventato colui che mi manca per essere felice. Come è possibile questo? Cosa è successo nella testa e nel cuore di Ermira e dei 180 giovani che in questi anni sono passati da Rondine? Una cosa molto semplice quanto faticosa. Hanno teso quella mano, hanno trovato il coraggio di ascoltare una storia diversa, un punto di vista nuovo, hanno imparato ad ascoltare a condividere la gioia e il dolore, e proprio nello scoprirsi umani, hanno trovato il punto di partenza per costruire la relazione con l’altro, per ricostruire la fiducia…

Da anni Rondine ha aperto le sue porte anche ai ragazzi italiani, attraverso il “Quarto Anno d’Eccellenza” Rondine. Una proposta educativa e formativa rivolta ai diciassettenni selezionati da tutta Italia che frequentano la loro quarta liceo alla Cittadella della Pace, fianco a fianco con i giovani dello Studentato internazionale. Un percorso che li aiuta a crescere prima di tutto come persone, sempre a partire dalla capacità di costruire relazioni. Tutti noi abbiamo bisogno di strumenti per affrontare i nostri conflitti e abbiamo il dovere di formare dei giovani che sappiano costruire società inclusive, che abbiano il coraggio di accettare le sfide del presente, con consapevolezza di sé e senza paura della diversità, ma capaci di trasformarla in ricchezza. Giovani che non esitino a tendere la mano e che scoprano la meraviglia di vedere quella stretta di mano trasformata in un abbraccio.

(in SE VUOI 6/2016)