IL VANGELO è INGEGNOSO

di Giandonato Salvia, imprenditore missionario

 

 

 

Scrivo nel giorno della domenica delle Palme dove il primo Vangelo ci parla di una richiesta da parte di Gesù: «Andate nel villaggio […] entrando in esso, troverete un puledro legato sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui […] perché il Signore ne ha bisogno» (Mc 11,2-3). Se ho imparato una cosa dalla vita è che Dio non fa mai nulla per “caso”, perché Lui prepara con amorevole cura la nostra strada. E anche quando noi tentenniamo un po’, sbagliamo oppure prendiamo altre vie, Lui fa in modo che tutto si trasformi in grazia! In questi giorni mi è tanto cara una frase di Charles De Foucauld che voglio condividere con voi: «Dio si serve di venti contrari per condurci in porto». La mia vita parla di missione. Quando avevo 8 anni ho visto per la prima volta partire per l’Africa mio padre insieme a mia sorella e mio fratello. Periodicamente ripetevano queste esperienze di volontariato verso terre sempre diverse e ricordo bene che ogni volta ne restavo dispiaciuto perché non ne capivo il motivo. A 17 anni sono partito anche io per la Guinea-Bissau, uno dei Paesi più poveri (o, meglio dire, “impoveriti”) del mondo. Lì ho conosciuto la prima povertà, quella più facile da riconoscere, legata alla denutrizione, alla prostituzione, alle malattie e alla corruzione. Da quel 2007 non ho più smesso di visitare le missioni nel mondo: dall’Africa al Sud America. Nel frattempo ho intrapreso gli studi di economia, concludendoli nel 2017 con una laurea magistrale in “economia degli intermediari e dei mercati finanziari”. Alcuni mesi prima della tesi, una serie di circostanze mi hanno permesso di legare la finanza all’economia reale. Un giorno mi parlarono dell’antica tradizione del caffè sospeso, nata a Napoli e oggi diffusa in molti altri luoghi, quella cioè di offrire al bar un caffè per una persona che verrà dopo, soprattutto se povera. Così trovai l’ispirazione giusta per cercare di dare una personalissima risposta ai problemi causati dalle “ingiustizie sociali” che negli anni avevo incontrato lungo i miei viaggi. In questo lavoro mi venne in aiuto la vita di Carlo Acutis, oggi Beato, che non fece altro che confermare l’intuizione che avevo ricevuto: quella di sviluppare TUCUM, un’App che permettesse di donare in favore dei più bisognosi e trasformare la nostra società in un luogo più fraterno e accogliente (maggiori info su www.tucum.it). Carlo, infatti, era un ragazzo di Milano che amava Dio, serviva i più poveri ed era molto bravo con l’informatica. I suoi segreti erano l’Eucaristia e il Santo Rosario tutti i giorni. All’inizio ho detto che Dio prepara sempre la strada per la nostra realizzazione, spesso lo fa anche attraverso alcuni semplici e inattesi incontri. Così, insieme a mio fratello Pierluca, alcuni mesi dopo la mia laurea, abbiamo costituito la “A.P.P. Acutis”: una start-up tecnologica, oggi Impresa Sociale, impegnata nello sviluppare il Progetto Tucum sull’esempio di Carlo. Il brano del Vangelo che ci guida in questo lavoro è quello della moltiplicazione dei cinque pani e due pesci. Un passo che viene raccontato da tutti e quattro gli evangelisti e che mostra come il vero miracolo avvenga dalla condivisione di noi stessi e del poco che abbiamo (cfr. Gv 6, 5-13). Con Tucum i principi del dono propri del caffè sospeso, toccano ogni cosa fino a realizzare un’intera economia sospesa, un progetto che ho presentato anche attraverso il libro “L’economia sospesa. Il Vangelo (è) ingegnoso” a sottolineare che ognuno di noi è chiamato a rispondere alla vocazione della vita, e a farlo con entusiasmo, in modo ingegnoso ed originale. Nel corso di questi ultimi 4 anni ho incontrato ed incontro tutt’ora, tantissimi ostacoli. Sì, perché il bene spesso può dare fastidio a qualcuno. Ma queste resistenze sono per me l’occasione di rafforzare le mie motivazioni e di cercare soluzioni che possano migliorare sempre di più questo Progetto che abbraccio, ogni giorno, con tutto me steso. Vi confesso che a volte non è per niente facile, però ci tengo anche a dirvi questo: a chi mi domanda quale sia il mio sogno nel cassetto, felicemente rispondo: «nessuno, perché tutti i miei desideri sono già sul tavolo». Ecco il mio augurio per voi: che possiate avere il coraggio di ricominciare (a sognare), ogni volta che avrete dato tutto.