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Un Regno che non avrà fine!
Non possiamo non rileggere nella Figura del Figlio dell’uomo Gesù, che si definisce così in molti luoghi del Vangelo. Sappiamo, anche attraverso Daniele che il suo Regno non avrà fine e, in fondo, abbiamo bisogno di sapere che sarà così. Che saremo al cospetto dell’Antico dei giorni, che vedremo arrivare il Figlio dell’uomo in una nube, come Israele nel deserto, come Maria avvolta dalla nube nell’Annunciazione. Siamo fatti per questo, da sempre e per sempre… e se le parole non riescono a definirlo, la fede invece può aiutarci a crederlo e a sperarlo.
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Una gioia incontenibile
Gioire, tanto da non poter stare zitti, fermi, uguali a prima perché il Signore viene a te, o per te. Questa è la profezia e l’augurio di questa domenica.
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Un uomo della storia
La storia di Geremia è intrecciata con la storia del suo popolo, come quella di ogni profeta e, in quanto uomo della storia, il giovane sacerdote non tace rispetto alle incongruenze che vede. Denuncia e compie gesti simbolici per volere di Dio.
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Ricordati!
acciamo memoria grata di tutto il cammino che il Signore ci ha fatto percorrere insieme a lui. Quali le tappe più importanti della nostra fede? I prodigi… la liberazione… il tempo del deserto…
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Un gruppo chiuso
Invochiamo lo Spirito in questo giorno in cui la Liturgia ci ricorda i prodigi della sua presenza, con la sequenza proposta: Vieni Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce, vieni padre dei poveri, vieni datore dei doni… Vieni… Continuiamo la preghiera secondo quanto lo Spirito ci ispira.
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Una prima fotografia della Chiesa
La chiesa delle origini è una chiesa che ha saputo amare «fino alla fine» come Gesù, fino al dono della propria vita con la testimonianza del martirio. Che Luca usi la parola «fóbos», in un greco stavolta molto simile alla nostra lingua, restituisce la serietà del compito a cui i primi cristiani sono stati chiamati.
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