Breve spiegazione del logo

(inserito nel tema proposto per il 6° Capitolo generale ordinario)

Come logo – riflettendo molto sul tema proposto – ho pensato di inserire il particolare di una pittura ispirata a una icona russa, intitolata “Le nozze di Cana”, nella quale sono presenti i protagonisti principali del “segno” narrato nel Vangelo di Giovanni (2,1-11): Gesù, Maria e i servi al banchetto di nozze.

Dal Vangelo sappiamo che Maria, vedendone la necessità, si rivolge a Gesù dicendogli: «Non hanno vino»; e poi, rivolgendosi ai servi, dice: «Qualsiasi cosa vi dica [Gesù], fatela». Su richiesta/comando di Gesù i servi riempiono di acqua fino all’orlo le anfore vuote lì presenti e da queste, poi, sempre su comando di Gesù, dovranno attingere (e continuare ad attingere) per servire (ministero) ai commensali quell’acqua che diventa vino. Vino buono, vino “nuovo”, dono per tutti.

Nell’immagine, Maria e Gesù hanno le vesti dello stesso colore: azzurro/indaco, colore del Cielo e di Dio.
Gesù sul braccio destro ha una fascia dorata, simbolo del sacerdozio. Su una mano tiene il rotolo delle Scritture: lui è il compimento di quelle Scritture, è la Parola vivente, è la voce che chiama.

I servi e le anfore hanno i colori della terra: ocra, verde, marrone.

Le figure collocano ciascuna di noi al proprio posto.

La scelta del colore dei testi non è, allora, casuale. Tutto ciò che è di colore azzurro vuole essere associato ai colori delle vesti di Gesù e Maria: è il colore del cielo, di ciò che “è” di Dio. Il Capitolo è di Dio, così come la Parola citata e il nostro Istituto.

Le altre scritte hanno il colore della terra come i servi/ministri. A indicare il nostro compito: «Consacrate e inviate nel mondo per “il ministero delle vocazioni”» attraverso la missione delle Apostoline (simbolo AP).

Solo la scritta “Suore Apostoline” si alterna nei due colori: siamo di Dio, ma siamo anche serve, chiamate a servire e a farci tramite del dono della vocazione agli uomini e alle donne di questo mondo.