C’è una Parola che è stata scritta per te, per la tua vita e fa parte della tua storia, è la Parola di Dio. Una lettera che arriva lungo il cammino di millenni di uomini e donne chiamati da Dio.
Oggi ti è consegnata questa parola, non come una fra le tante, ma come un dono speciale, un INIZIO perché tu possa capire il dono originale che sei e diventare anche tu Parola per gli uomini e le donne del tuo tempo.
Questo e molto di più è lo Spazio Bibbia… per affondare le nostre radici in Cielo e tenere gli occhi ben aperti sulla Terra.
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Sarai Luce
Tutti coloro che si sono ricordati di non vivere per se’ stessi hanno attraversato il ciclo intero della luce: sono stati e sono come l’aurora, bagliore che nasce, apparentemente debole ma portatrice di futuro (v.8); come luce che si oppone alle tenebre, forte, invincibile (v.10); come il meriggio (v.10), luce che sembra cedere il passo alla notte, ma solo perché porta con sé il riposo della giornata.
La nostra felicità dipende dall’atteggiamento di ricerca con cui viviamo. Gesù ci incoraggia a convogliare le nostre forze nel progetto di Dio, rivelatoci attraverso le beatitudini del Vangelo (Mt 5,1-12). Questo rende felici.
Se siamo o ci sentiamo “Galilea delle genti”, allora siamo proprio il luogo emarginato ma benedetto che Dio vuole illuminare. Affido a Dio quelle tenebre che nella mia vita, a volte lontana da Lui o più esposta al turbamento, hanno bisogno di essere illuminate. Moltiplica la gioia, aumenta la letizia, Signore della Luce.
È questa la realtà dell’Incarnazione che abbiamo appena celebrato nel tempo di Natale: Gesù è il Figlio, il Servo, l’Agnello di Dio (Gv 1,29-34) venuto a vivere la nostra stessa vita e, in essa, a manifestare nello Spirito la realtà inesauribile della nostra figliolanza col Padre.
La luce sul volto e la pace nel cuore sono segno della grazia di Dio all’opera nella nostra vita, quella “grazia e verità” (Gv 1,17) che altro non sono se non la presenza del Figlio di Dio in noi e nel mondo attraverso il mistero dell’Incarnazione.
Se oggi Isaia ce lo annuncia è perché è con il Mistero del Natale che questa ricerca si è «fatta carne» (cfr. Gv 1). È sconvolgente che Dio sia sceso a “chiedere notizie di noi”, ad informarsi sulle nostre abitudini umane, a condividere fatiche e gioie dell’essere parte di quest’umanità.