VOCAZIONE – WhatsApp 

di don GIOVANNI BERTI – Parroco e vignettista 

 

«Dio quando chiama non usa il telefono». Era questa una battuta che sentivo spesso ai tempi degli inizi della mia vocazione. Era un modo molto sintetico e ironico per dire come avviene la chiamata ad una speciale vocazione religiosa, e che vale per ogni vocazione cristiana. 

Cos’è la vocazione cristiana? È comprendere che c’è un modo speciale e unico per me di vivere la mia fede cristiana. La fede è una sola, ma sono molti i modi di viverla, ed è importante scoprire quale è la propria. La fede ci insegna che il modo con il quale la possiamo vivere al meglio è scelto da Dio stesso che ci conosce nel profondo e sa quali sono le strade migliori per noi. Per questo anche io credo che la mia strada, quella di essere prete, è quella giusta per me e che Dio stesso mi ha fatto capire con la sua chiamata. Ovviamente come suggerisce la battuta iniziale, Dio non comunica al telefono, cioè non ti dà le istruzioni della vita cristiana in un modo così diretto, chiamandoti dal call-center del paradiso. La chiamata alla propria vocazione ti arriva pian piano, in modi indiretti e soprattutto dentro la tua vita, quello che stai facendo, il tuo lavoro, dentro le relazioni e addirittura dentro i fatti negativi e spesso molto dolorosi. Ci sono persone che hanno capito la propria strada per vivere la fede anche durante una malattia o dopo una sofferenza che ha permesso di andare all’essenziale. Se penso alla mia vocazione posso dire che è passata attraverso esperienze concrete piccole e “banali”: una piccola esperienza di servizio in un grest estivo, un invito a fare una cena in seminario, una chiacchierata con un amico seminarista, un viaggio ad Assisi, qualche dibattito alla scuola superiore sui temi della fede… Non ho avuto visioni particolari e tantomeno telefonate “magiche” dal cielo. 

Ma se ci pensiamo bene nel Vangelo stesso le storie di chiamata sono inizialmente molto “terra-terra”. Gesù chiama durante una giornata di pesca, passando per strada e parlando con un esattore delle tasse, entrando in casa e mangiando con le persone… Anche i santi hanno spesso ricevuto la chiamata di Dio dentro le loro vicende quotidiane di vita. Sono poi riusciti a trasformare in straordinario quello che sembrava all’inizio molto ordinario, ma che in realtà “nascondeva” dentro la chiamata di Dio. 

Dio non chiama al telefono è vero… o forse sì. Se è vero che possiamo cogliere il messaggio del Vangelo dentro la nostra vita, allora perché Dio non potrebbe chiamare anche dentro un messaggio di WhatsApp che mi invita a un incontro di preghiera o a un momento di servizio che poi mi toccherà il cuore? Dio non potrebbe anche dirmi qualcosa in un post su Facebook che qualcuno ha messo e che mi porta a pensare al Vangelo o alla mia fede? Non potrebbe Dio stimolare la mia curiosità spirituale con una bella immagine di Instagram in mezzo a tante altre magari solo superficiali? Magari Dio mi raggiunge con la sua voce anche in una canzone che forse ho sentito tante volte, ma in quel momento preciso e quella situazione mi parla in modo nuovo e mi spinge ad andare oltre la superficie sulla quale spesso vivo… 

Sono stato qualche tempo fa al Lucca Comics & Games per presentare il mio libro di vignette. È stata l’occasione per conoscere uno dei fondatori della pagina social di Cattonerd. Con questo nome così buffo che unisce “Cattolico” con “nerd”, alcuni giovani cristiani hanno voluto trovare legami tra quello che è il discorso cristiano, con i suoi fondamenti e insegnamenti e tutto quello che fa parte del mondo digitale e tecnologico, del fantasy, del cinema, della canzone. Non è una semplice goliardata, ma la consapevolezza che tutto ci parla di Dio e Dio può comunicare in tutti i modi, se sono guardati con occhi di fede e lo spirito di ricerca profonda e non superficiale. Se davanti ad un bel panorama e a un fiore pensiamo a Dio, perché non possiamo anche farlo sentendo una canzone rock, guardando una bella storia fantasy o mentre lavoriamo sul computer? 

Ecco perché penso che Dio possa chiamare anche al telefonino, quello strumento che abbiamo sempre tra le mani per tutto. Quello che serve è lo spirito giusto e il desiderio di andare oltre la superficie delle cose senza fermarsi alle apparenze. Anche in una liturgia solenne in chiesa se non attiviamo le antenne dello spirito non coglieremo mai cosa ci vuole dire Dio. 

Dio chiama sempre, magari anche attraverso un messaggio WhatsApp di un amico… Sta a me poi rispondere, non con WhatsApp, ma con la vita.

(da SE VUOI 1/2020)