La forza di amare
Sconvolgere. Sconvolgere è una parola forte, forte proprio come ciò che sto per raccontare … la mia avventura, la storia di come sono cresciuto dentro; questa è una vicenda che narra di un raggio di luce in un mare di buio, una luce che riesce sempre a prevalere nelle tenebre: la luce di Dio.
Certe storie, nella vita, non ce le si aspetta; arrivano veloci come un fulmine e il loro effetto sul cuore è una tempesta … Tutto è iniziato in una semplice vacanza in montagna con la mia famiglia. «Ho freddo agli occhi», dissi a mia madre. Il giorno dopo vidi delle macchie nel mio campo visivo. Da lì è stato tutto un decrescere fino ad arrivare alla visita … “Lastre e dottori sono d’accordo: è necessaria un’operazione, causa un probabile tumore”.
Queste parole sono di Matteo Farina. Le scrive in un tema scolastico il 17 dicembre 2004, all’età di 14 anni. Dalle sue parole scritte si comprende che dovrà affrontare presto una difficile situazione di salute. Ma chi è Matteo?
Matteo nasce il 19 settembre 1990. È il secondogenito nato dai suoi genitori, papà Miky e mamma Paola, dopo la sua sorella maggiore Erika. Pur nascendo ad Avellino, Matteo trascorre quasi interamente la sua vita a Brindisi. È battezzato nella sua Parrocchia il 28 ottobre 1990, riceve la prima Comunione nel 2000 e la Cresima nel 2003.
Cresce in un contesto vivace e variegato di affetti familiari e di amicizie.
Matteo è molto socievole, gioioso, ma anche solidale con tutti, specialmente i più piccoli e deboli e coloro che riconosce in difficoltà. Il Signore è sempre stato un riferimento imprescindibile e costante per lui. Per questo diventa importante tutto ciò che lo aiuta a vivere la relazione con Lui: la comunità parrocchiale, la Parola di Dio, i Sacramenti, la preghiera.
Matteo cresce nella fede grazie all’esempio e all’aiuto della sua famiglia.
Oltre alla fede il suo papà gli trasmette la passione per la musica: Matteo impara a suonare diversi strumenti, ha una voce intonata e melodiosa, tanto che, con un gruppo di amici, fonda i “NO NAME”, una band musicale, di cui lui stesso farà parte.
È nel 2003 che si presentano per la prima volta i sintomi della malattia, che viene diagnosticata dopo diversi accertamenti clinici: una gravissima forma di tumore cerebrale a causa della quale Matteo si sottopone a terapie, biopsie ed interventi delicatissimi e rischiosi. Questa difficilissima situazione di salute inaugura per Matteo anche l’inizio di quella che lui chiama “un’avventura”. È lui stesso a raccontarla in un diario, perché spera “di riuscire a dare gioia e forza a chi ne ha bisogno”.
L’esperienza della sofferenza e della malattia non riesce ad abbattere la robustezza dell’umanità e della fede di Matteo, anzi, le fortifica ancora di più: “La mia avventura ha fatto evaporare da me il senso di superficialità, lasciandomi una rifioritura spirituale”.
“Spero di riuscire a conservare la gioia che ho adesso e donarla a chi ne ha bisogno. Nella vita bisogna sempre essere forti, cosa che penso di aver fatto. Abbattersi non giova a nulla, dobbiamo invece essere felici e dare sempre gioia. Più gioia diamo, più gli altri sono felici. Più gli altri sono felici, più siamo felici noi”.
Matteo non permette che la malattia, pur gravando molto sulla sua salute, comprometta il suo impegno di studio (giunge fin quasi all’esame di maturità), le relazioni affettive e men che meno la sua fiducia in Dio. Sembra incredibile! Continua a crescere e maturare nella sua umanità e fede. Riportiamo solo un particolare tra i tanti. Matteo è così convinto dell’importanza del Vangelo che non ne ha abbandonato la lettura e l’ascolto quotidiano fino agli ultimi giorni della sua vita, anche quando gli era quasi impossibile!
Il suo rapporto con Dio, pur essendo molto personale, speciale, profondo, non lo ha mai fatto cadere in un intimismo esclusivo. Dai suoi scritti e soprattutto dalla sua vita traspare la passione e la missione di essere come “un ‘Infiltrato’ tra i giovani, parlando loro di Dio (illuminato proprio da Lui), perché credo che solo un giovane possa riuscire a parlare ad un altro giovane, o comunque possa farlo meglio di un adulto… osservo chi mi sta intorno, per entrare tra loro silenzioso come un virus e contagiarli di una malattia senza cura, l’amore!”.
Matteo farà questo per tutta la sua vita in ogni modo e ad ogni costo, ma sempre con grande naturalezza, intelligenza, prossimità, empatia e con il trasporto della sua giovinezza.
La sua fede cristallina e fresca si riflette su tutta la sua vita: il modo sobrio di vestire; la condivisione di beni con i poveri; l’attenzione ecologica al creato, le scelte vocazionali; l’amore per Serena, la sua fidanzata; le amicizie; il futuro scolastico e professionale.
Matteo, vissuto “con gli occhi al Cielo”, come ha scritto lui stesso, raggiunge giovanissimo “il Cielo” il 24 aprile 2009, ma continua ad indicare a tutti la sua stessa via, con la sua luminosa testimonianza di vita.
“PERCHÉ MI HAI SCELTO?
Perché la fede e tutti i tuoi doni?
Chi sono io per meritare questo?
Sono un servo inutile.
Ma non è questa la domanda giusta.
Chi sei Tu? Chi sei Tu per accontentarti di me?
Quanto è grande il tuo amore se nonostante i miei peccati mi scegli come tuo servo?
Perché me e non altri?
Vorrei immergermi nel tuo amore mio Dio,
per poter vedere il mondo come lo vedi tu, anche per poco,
per capire come fai a vincere tutto con l’amore” (Matteo Farina)
(rivista SE VUOI 2/2023)