CAST TECNICO
Titolo originale: Solo cose belle
Regia: Kristian Gianfreda
Sceneggiatura: Filippo Brambilla,
Marco Brambini, Andrea Calabresi e altri
Fotografia: Luca Nervegna
Montaggio: Corrado Iuvara
Musiche: Bevano Est
Scenografia: Sébastien Gondek
Durata: 90’; Genere: Commedia
Nazione: Italia, 2019
Produzione: Kristian Gianfreda e Lisa Tormena
Distrib. Italia: Coffee Time Film e Sunset Produzioni
Uscita in Italia: 9 maggio 2019
CAST ARTISTICO
Benedetta: Idamaria Recati
Kevin: Luigi Navarra
Stefano Corradini: Giorgio Borghetti
Don Alberto: Carlo Maria Rossi
Elvira: Barbara Abbondanza
Roberto: Marco Brambini
Diana: Erica Zambelli
Valeria: Patrizia Bollini
Ivana: Caterina Gramaglia
Romualdo: Riccardo Trentadue
Giulia: Federica Pocaterra
Ciccio: Francesco Yang
Marco: Marco Berta
Nino: Francesco Fabbri
SOLO COSE BELLE
Una commedia corale, brillante e di vertente, che nasce dall’esperienza vissuta nella comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, e nella corona di numerose case-famiglia che l’Associazione ha fatto nascere e crescere a beneficio degli emarginati di qualsiasi tipo. Educatori, educatrici e volontari, da anni lavorano e si battono per l’inclusione sociale di persone dal passato difficile, desiderose di riscatto e che si battono per sconfiggere l’odiosa bestia chiamata emarginazione.
Il film è anche un affresco di ciò che capita, oggi, quando, come “vicini di casa”, abbiamo gli abitanti di una casa-famiglia. Già. Ma chi sono gli abitanti della casa-famiglia, e la casa, dov’è?
C’è un papà, una mamma, un extracomunitario appena sbarcato, una ex-prostituta, un giovane che sconta una pena alternativa, due ragazzi con gravi disabilità, un bimbo in affido e il figlio naturale della coppia. C’è anche Benedetta, la sedicenne figlia del sindaco di un paese dell’entroterra riminese, che si innamora del giovane in pena alternativa e che condurrà lo spettatore in un viaggio all’interno della casa. Così, la realtà degli esclusi si trasformerà in una sorprendente storia romantica. C’è anche un intero paese, provinciale che di più non si può, che si ribella quando sente che un edificio destinato ad altri usi viene dato invece alla casa-famiglia.
“La città ai cittadini!” gridano i cartelli dell’immaginario e ridente borgo di San Giovanni, mentre si confrontano con altri cartelli che dicono “Le porte di palazzo Corbucci sono aperte!”.
Un borgo sconvolto dalla diversità, che, preso dalle elezioni imminenti, tra sospetti, lacrime, risate e sgomberi, scoprirà il valore dell’accoglienza e il buon sapore della solidarietà.
Un film di alta qualità contenutistica, che non ha paura di mettere davanti agli occhi di tutti vicende vive che connotano, da una parte, i “benpensanti” che si credono puri difensori dei propri figli e, dall’altra, i poveri, quasi anawim (= poveri del Signore) biblici che, sballottati dalle vicende della loro vita pregressa, si vedono messi nuovamente al margine da chi pensa di essere dalla parte giusta mentre la parte giusta o meglio, il rango giusto è quello evangelico che non ha paura di dire ad alta voce: “I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio”. (cf Matteo 21,31).
Questo ci vuole raccontare il bellissimo film di Kristian Gianfreda, e lo fa con delicatezza e rispetto, ma al contempo muove a chiedersi: e io, da che parte sto? Emargino chi non appartiene alla mia “classe”, nutro sospetto per qualsiasi diversità, mi sento nel giusto al pari del fariseo che Gesù condanna? Altre domande ci potrebbero salire, silenziose, alle labbra del cuore, dopo la visione di questo film alla cui realizzazione hanno contribuito, insieme ai professionisti del cine-ma, anche disabili reali, anche vere ex-pro- stitute e anche veri ex-tossicodipendenti.
Il film risponde ai criteri qualitativi della migliore cinematografia, per questo ha il coraggio di mettere in scena vicende vere e cocenti, che commuovono, e ha il coraggio di mettere in scena gli egoismi ipocriti della “gente bene”.
Nell’insieme il film, dedicato al rispetto e alla convivenza con la diversità, mette da parte compiacimenti e sdolcinature e offre allo spettatore una visione rea- listica, piena di ilarità e di grande emozione, del grande tema dell’accoglienza oggi.
(Caterina Gangià, SE VUOI 5/2019)