Tutto chiede
salvezza

Tutto chiede salvezza, un titolo che esprime il senso della Serie e forse della vita stessa, è targata Netflix ed è tratta dell’omonimo romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli, esempio di come la letteratura possa salvare e la scrittura diventare una forma di autoanalisi.
Il protagonista è Daniele (Federico Cesari), che ben interpreta con una eloquente mimica facciale emozioni contrastanti: rabbia, dolore, confusione, curiosità. È un ragazzo di poco più di vent’anni, catapultato in un ospedale psichiatrico, perché il male che ha dentro è uscito fuori attraverso un eccesso di rabbia incontrollata. Ad accompagnarlo in questa “avventura” da TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) troviamo Gianluca (Vincenzo Crea), giovane ragazzo omosessuale affetto da bipolarismo, che alleggerisce il clima e l’animo dei personaggi e anche degli spettatori.
La storia di questi ragazzi si intreccia con quella di altri pazienti e anche di infermieri e dottori, alcuni marcatamente figli della rivoluzione di Basaglia e della sua “Legge 180”. “Visto da vicino, nessuno è normale” (F. Basaglia) è proprio il leitmotiv della serie, che passa al microscopio le storie e le problematiche dei vari protagonisti, ognuno con la sua particolare identità.
Incontriamo Giorgio (Lorenzo Renzi), un corpo da rugbista con la mente di un bambino, è una sorta di gigante buono che difende le persone, che ama e lotta costantemente con il trauma legato alla perdita della madre, o meglio lo rivive, perché gli è stato negato di vederla in ospedale.
E poi c’è Madonnina (Vincenzo Nemolato), un uomo che guadagna questo soprannome per le continue invocazioni alla Madonna, seguite da urla, non sa dire altro, neppure il suo nome; e Alessandro (Alessandro Pacioni), un ragazzo in stato catatonico dall’età di 13 anni, conosciamo la sua storia attraverso le parole del padre (Massimo Bonetti), che va a trovarlo tutti i giorni, incolpandosi per la sua condizione.
“Possibile che nessuno si accorge che semo come ‘na piuma? Basta ‘no sputo de vento pe’ portacce via. A che cazzo serve tutto?”, sono le domande che si pone Daniele, che forse non troveranno una risposta univoca ma che, attraverso questo percorso riabilitativo e soprattutto grazie al confronto con l’altro, con gli altri, troverà sicuramente più soluzioni, punti di vista e di forza. I dialoghi con Mario (Andrea Pennacchi), il compagno di stanza più anziano e saggio, dall’animo poetico e tormentato, sono quelli che lasciano maggior spazio alla riflessione sulle dinamiche umane e alla contemplazione del creato.

Sono tanti i temi toccati: la malattia, l’amicizia, l’amore, la morte, la complicità, la libertà, il senso della vita.
La Serie ci mostra i protagonisti come degli equilibristi su un filo invisibile fatto di fragilità ed eccessi umani, dove l’importante non è non cadere, ma rialzarsi e “rinascere”. È questo l’insegnamento che Daniele porta con sé, insieme alla consapevolezza che tutti hanno bisogno di essere liberi da pregiudizi e giudizi che ingabbiano anche le personalità più eccentriche. Tra queste c’è Nina (Fotinì Peluso), una giovane attrice manipolata e soggiogata dalla madre, dall’amante maturo e dal mondo dei social, anche lei ricoverata per un TSO. Nina sarà la nota rosa di questa Serie, che si distacca dal romanzo, senza però stonare. Tra Daniele e Nina nascerà una storia d’amore che li farà sognare, sperare e resistere.
Il regista ha scelto come ambientazione l’Ospedale Militare Lungodegenza di Anzio che rende il tutto più realistico, ma anche poetico perché dalle finestre si vede il mare. Il mare fuori richiama la libertà, le infinite opportunità e la bellezza.

Nessuno ancora ha trovato il senso della vita, ma la ricerca incessante di ogni essere umano, che vuole conoscere se stesso, deve passare attraverso l’altro, che è il nostro specchio. E il fine ultimo non è forse la salvezza? Ognuno troverà poi il suo strumento: la preghiera, l’arte, la scrittura. Dostoevskij sosteneva che “la bellezza salverà il mondo”, perché di questo abbiamo bisogno, di essere salvati.

(Roberta Ciccarelli, rivista SE VUOI 1/2023)