“While the children play”
Daniele Silvestri
Daniele Silvestri torna sulla scena discografica con “Disco X”, il suo decimo album in studio. “X” come dieci, ma anche come incognita, qualcosa di non meglio specificato. Per la scrittura delle canzoni l’autore ha chiesto ai suoi followers di inviargli storie, che una volta selezionate, sono poi confluite nella tracklist del nuovo album. I temi spaziano dall’amore nelle sue sfumature ai cambiamenti sociali, dai sentimenti travolgenti a quelli più delicati, dal razzismo alla guerra reale che vivono, purtroppo, anche i bambini. La canzone “While the children play” (Mentre i bambini giocano) in particolare, parla proprio della guerra e i bambini.
DENTRO LA CANZONE
I bambini e la guerra
La canzone While the children play affronta il tema della guerra e dei bambini, vittime inconsapevoli di una logica basata sulla violenza e sull’uso indiscriminato delle armi che seminano morte e distruzione.
Il brano ha le sue origini nella collaborazione dell’autore con l’Associazione Onlus “Every child is my child”, che nel 2017, durante la guerra in Siria, è scesa in campo a tutela dei bambini nei territori di guerra. A quella iniziativa hanno aderito personaggi pubblici e artisti vari, tra cui anche Daniele Silvestri. Le azioni messe in campo sono state la scolarizzazione e l’assistenza umanitaria con l’unico scopo di “fare del bene” e far riscoprire l’umanità che è dentro ciascuno di noi. Nella canzone Daniele Silvestri racconta la guerra che si combatte sulle teste dei bambini, “le bombe attraversano il cielo” e tutto questo accade “mentre i bambini giocano”. Il gioco è fonte di interazione, di socializzazione e di conoscenza. I bambini, infatti, attraverso di esso scoprono la realtà. Ma la guerra viene a troncare questa esperienza creando traumi notevoli. Pensiamo ai ragazzi rimasti orfani, a quelli uccisi, feriti, abusati, deportati… Nel testo l’autore parla di un bambino di dieci anni, che da quando è nato ha vissuto la sua vita tra le bombe (“dieci inverni passati tra le bombe”), e lo invita a fuggire (“scappa via… la fortuna che hai è nei tuoi piedi”), a salvarsi e farsi liberare e, nonostante tutto, anche a sorridere (“e tu sorridi sempre”). È insistente l’invito a continuare a giocare, e, nello stesso tempo, a sperare: “gioca e spera… gioca il gioco della vita vera”.
La guerra, per la sua spietatezza e brutalità, è l’esperienza più disumana che possa vivere un bambino, ma l’autore della canzone trova anche parole forti per incoraggiare chi la sta vivendo da vicino: “Vivi come un gioco quello che vedi, anche se fa male, tu non cedi, non ti siedi, resti in piedi”. Alla fine c’è un accorato invito alla solidarietà: “ogni bambino è il mio bambino”, cioè ogni bambino è una vita che ci appartiene, perché ogni persona è un valore e ogni bambino è un pezzo di futuro.
PER RIFLETTERE CON LE PAROLE DELLA CANZONE
• ‘’Gioca e scappa, la guerra non ti acchiappa… la terra si infuoca, la notte pelle d’oca’’
• “Ogni figlio del mondo è il mio bambino, ogni storia è una curva del mio destino’’
(Pino Fanelli, rivista SE VUOI 5/2023)