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Relazioni TOSSICHE. Possiamo uscirne?
Oggi si parla molto di “relazioni tossiche”, si usa addirittura il termine “malessere” per riferirsi a una cotta non corrisposta che magari ci ripaga con comportamenti come: ghosting, orbiting, trattamenti del silenzio e via dicendo. Ma cosa si intende per rapporto tossico e perché quando lo si vive ci si resta incastrati anche se si sta male? Per comprendere cosa sia l’amaro è utile assaggiare prima il dolce, allo stesso modo, per capire cosa sia una relazione tossica cerchiamo di definire primariamente cosa sia una relazione “sana”.
Quando ci innamoriamo viviamo una condizione di idealizzazione dell’altro che in psicologia viene chiamata “proiezione”. Cosa significa? Che all’inizio non vediamo l’altro per quello che è, ma per quello che vorremmo che fosse. Proiettiamo sull’altra persona i nostri desideri, i nostri bisogni, i nostri sogni e ignoriamo tutti quegli aspetti di lui o lei che andrebbero a cozzare con la nostra idealizzazione. Col passare del tempo, però, vedremo anche le parti dell’altro che ci staranno meno a genio e avremo la possibilità di scegliere davvero se quella persona faccia per noi o meno. Quando questo accade, in una relazione sana ci si domanda se sia possibile accettare i difetti che si scoprono dell’altro e se si possa convivere e crescere con essi. Se la risposta sarà “Sì” allora si resterà insieme e si avrà una vera relazione. Magari ci saranno anche litigi, ma sempre costruttivi, senza minacce, insulti, o violenze di sorta. Se, invece, la risposta sarà “No”, allora si potrebbe decidere di mettere fine alla relazione. Anche il distacco, infatti, può far parte di una relazione sana, quando, nonostante l’affetto e i tentativi di trovare un accordo, non ci si riesce ad incastrare nel modo giusto e si finisce per sentirsi un po’ come una lampadina male avvitata che funziona solo a intermittenza.
Guardare la realtà con onestà e coraggio, però, non è facile, come non lo è mostrare all’altro chi si è davvero. Si ha paura di deludere, venire abbandonati, restare soli. Così a causa della poca sicurezza in se stessi o della convinzione di essere sbagliati e doversi meritare l’amore comportandosi come l’altro vorrebbe, si potrebbe finire per accettare di vivere una relazione che sana non è. Come? Rimanendo nella fase dell’idealizzazione, ad esempio, ignorando i comportamenti che dell’altro fanno star male, convincendosi di poterli cambiare o, peggio, di dover cambiare se stessi per far funzionare le cose, sacrificando la propria natura e perfino il proprio benessere emotivo e psicologico.
Ed è qui che iniziano i comportamenti tossici: Controlli del cellulare per accertarsi che non ci sia nessuno scambio “pericoloso”, limitazioni delle amicizie per paura che l’altro si diverta “troppo” (e magari decida di andarsene), scenate di gelosia umilianti e fuori misura, divieti di fare questo o quello, imposizioni a dire, fare e persino pensare cose senza il rispetto per le reciproche differenze e per le naturali inclinazioni individuali. Per arrivare anche a cose più estreme come: pedinamenti, minacce e litigi conditi da insulti o addirittura violenze fisiche. Ma se sono così negative, perché si resta nelle relazioni tossiche? A volte, quando c’è una fuga di gas in casa, non la si percepisce finché non si apre la finestra! Lo stesso può accadere quando si è talmente abituati a stare male da considerare “normale” lo stato di oppressione in cui si vive. Bisogna allora imparare a dare ascolto ad alcuni segnali di disagio interiore, ad esempio domandandosi se si stia cambiando per evitare reazioni negative del partner o se si stia sacrificando la propria felicità, la propria libertà o anche le proprie amicizie e i rapporti con la propria famiglia pur di tenere in piedi la relazione. Interrompere dinamiche dannose è essenziale per costruire relazioni sane e rispettose e se non si riesce a portare avanti questa autoanalisi da soli, può essere di aiuto rivolgersi a uno psicologo o a un adulto di riferimento che possa dare appoggio per far chiarezza nelle proprie emozioni con rispetto dei propri tempi e senza forzature.
(Roberta Guzzardi, rivista SE VUOI 3/2024)
Dov’è proiettato il tuo cuore?
Quanti nodi hai da sciogliere?
Stai camminando?
Ecco qualche domanda da iniziare a porsi per scoprire se si sta vivendo un rapporto tossico:
Da quando è iniziata la mia relazione, ho cambiato alcune abitudini solo per paura delle reazioni dell’altro/a o sto obbligando l’altro/a a cambiare alcune delle sue perché mi danno troppo fastidio?
Sto evitando di incontrare miei amici o miei famigliari per non creare conflitti con il mio/a partner, oppure voglio che lui/lei passi il suo tempo solo con me e non con altre persone perché non mi sembra giusto o perché temo di perderlo/a?
Da quando è iniziata la relazione ho paura di fare cose che prima facevo in serenità o di esprimere alcune opinioni, desideri, pensieri?
Mi arrabbio molto quando lui/lei dice cose con le quali non sono d’accordo? O l’altro si arrabbia spesso con me quando siamo in contrasto su qualcosa?
Ci capita di litigare in maniera molto accesa anche con episodi di violenza fisica o verbale?
Ci insultiamo? Arriviamo a dirci cose veramente orribili per poi fare pace come se nulla fosse mai accaduto?
Sto rinunciando a qualcosa di importante per me pur di mantenere in piedi la relazione? Oppure voglio che il mio/a la mia partner rinunci a qualcosa di importante perché temo possa tradirmi, lasciarmi, o divertirsi senza di me?
Quando sono felice il mio partner diventa improvvisamente ombroso, nervoso, mette il muso senza dare specifiche spiegazioni? O viceversa?
Mi sento in colpa più del solito da quando sto in questa relazione? Oppure sono più sospettoso/a e ho spesso l’impulso a controllare il cellulare del mio/a partner o lascio che lei/lui controlli il mio?
Da quando sto in questa relazione mi capita di provare ansie, paranoie o di sentirmi molto più confuso/a di come mi sentivo prima che iniziasse?
Ho paura di confessare alcune cose che accadono fra me e il mio/la mia partner ai miei amici perché ho paura che mi direbbero di lasciarlo/a?
Ci sono alcune cose accadute fra di noi, magari durante un litigio, che continuano a girarmi in testa e che mi fanno venire l’ansia quando ci penso?
Ho paura che il mio partner possa fare qualcosa di estremo se lo/la lasciassi? Mi ha mai confessato di voler porre fine alla sua vita nel caso in cui dovessi mettere fine al rapporto? Oppure io stesso/a sento che se mi lasciasse non avrei un’altra ragione di vita e potrei commettere qualcosa di pericoloso per la mia vita?
Mi sembra normale controllare o far controllare il mio cellulare alla persona con cui sto?
Queste sono alcune domande che possono aiutarti a capire se stai vivendo una relazione tossica. Riconoscersi in queste situazioni non deve allarmarti, ma può aiutarti a fare chiarezza sui motivi per i quali ti capita di stare male, provare ansia, non dormire bene e a volte sentirti anche stranamente depresso/a, disperato/a, confuso/a.
Se ti senti in questo modo e ti riconosci in alcune o tutte queste situazioni, non devi prendere decisioni affrettare sulla tua storia, ma puoi pensare di parlarne con un adulto di riferimento o con uno psicologo che potrà aiutarti a comprendere se sia possibile rendere più sana la tua relazione, darti il supporto necessario per accrescere la tua autostima e disinnescare tutti quei comportamenti relazionali che in questo momento non ti fanno stare bene.
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