“Un meraviglioso Poliedro”

La “mia” vocazione 

di don Michele Gianola 
direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni

“Quando lo sguardo amorevole e creativo di Dio ci raggiunge in modo del tutto singolare in Gesù, la nostra vita cambia. E tutto diventa un dialogo vocazionale, tra noi e il Signore, ma anche tra noi e gli altri. Un dialogo che, vissuto in profondità, ci fa diventare sempre più quelli che siamo: nella vocazione al sacerdozio ordinato, per essere strumento della grazia e della misericordia di Cristo; nella vocazione alla vita consacrata, per essere lode di Dio e profezia di una nuova umanità; nella vocazione al matrimonio, per essere dono reciproco e generatori ed educatori della vita” (cf. Francesco, Messaggio per la 59ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, Roma 8 maggio 2022).
Riconoscere la propria vocazione è sempre una sorpresa, ha il sapore della meraviglia, si cerca cosa fare della propria vita, come spenderla nell’amore, ci si domanda circa il proprio futuro e… ad un certo punto si intuisce una parola seminata da tempo nel proprio cuore e la si scopre capace di innescare la vita. 
Somiglia, la vocazione, ad una reazione a catena una “fissione nucleare portata nel più intimo dell’essere capace di suscitare una catena di trasformazioni che a poco  a poco cambieranno il cuore e trasformeranno il mondo” (cf. Benedetto XVI, Omelia in occasione della XX Giornata Mondiale della Gioventù, Colonia 21 agosto 2005).
Ma come si può riconoscere la propria vocazione? 
Anzitutto, la vocazione di cui stiamo parlando è una vocazione cristiana e non riguarda primariamente le tue qualità, i talenti o le capacità quanto l’ascolto di una Parola o di un invito che viene dal Signore. Si tratta, allora, di coltivare il desiderio di incontrare il volto vivo di Gesù, attraverso l’ascolto della sua Parola e la preghiera, anche compiuta in maniera semplice. Inoltre, la fede viene nutrita dall’intelligenza, così nascono le domande; e poi la lettura di qualche buon testo, frequentare percorsi di catechesi o di iniziazione cristiana… tutto questo può aiutare a disporre il cuore e la mente alla sua chiamata.
Per quanto riguarda la vocazione specifica, non immaginarti nulla di sensazionale: l’invito del Signore viene dalla realtà, dalla Parola e dalla storia. Guardati attorno e vedi le persone con le quali stai camminando in questo tempo della tua vita, fa’ memoria della strada che hai compiuto fino a qui e domandati quali sono i passi che ti sembra abbiano segnato maggiormente la tua vita insieme al Signore. E considera.

E considera

Questa parola ‘considerare’ porta con sé lo sguardo di Abramo, di Dante, di Galileo e di tutti gli uomini e le donne che lungo il corso della storia hanno contemplato la volta stellata del cielo. Sono stati-con-le-stelle in cerca della propria (cf. S. Fausti, Occasione o tentazione?, Milano 1997, 15). 
Così, l’invito per la prossima Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni – che abbiamo scelto da un’immagine di papa Francesco – è considerare la Chiesa come «un meraviglioso poliedro» (Francesco, Christus vivit, 207) di molte vocazioni
Guardale senza paura! Considera la vita dei preti che conosci, dei consacrati e delle consacrate, delle monache o dei membri degli istituti secolari, degli sposi cristiani o dei laici che hanno deciso di vivere il loro battesimo nel celibato. Chiedi loro di raccontarti la loro vita e la loro vocazione, di parlarti delle altre forme vocazionali che magari tu stesso/a non conosci.
Non avere paura. Considerare una vocazione come “possibile per te” non significa “rimanerci incastrati”. Ricorda che il Signore non ti chiederà mai di fare della tua vita ciò che anche tu non vuoi. La tua vocazione ti sarà donata solo se anche tu la vorrai. Non temere. 
La vocazione non si sceglie come su catalogo. La vocazione sorge come una chiamata, un invito, una vita reale, concreta, sentita come desiderabile, gustosa, capace di accendere il desiderio di amare e di essere amata/o. Questo viene da luoghi e persone in carne e ossa.
Ricorda, infine, che l’avventura della tua vocazione non riguarda te e Dio soltanto, ma passa sempre attraverso qualche altro/a. La tua vocazione non è mai soltanto la tua e non puoi credere di averla riconosciuta prima di averne condiviso l’intuizione con la/le persone con la quale la vivrai. Non si tratta solo di scegliere, ma anche di essere scelti. E questo vale per ogni forma di vocazione. 
Così, se mentre leggi questo testo e ancora non hai riconosciuto la tua vocazione, puoi gustarne i diversi sapori, sentirne il gusto e cominciare a frequentare un luogo, una comunità, una persona che ti sembra promettente. Fa’ specchio di tutto con la Parola di Dio nella preghiera e trova una persona saggia che ti sappia stare accanto. E… una volta riconosciuta la tua stella inizia a desiderare – lascia le altre e seguila! – perché forse hai intuito la direzione verso cui muoverti.

(SE VUOI 2/2023)