Nei dialoghi di Maria e Giuseppe…

di Don Tony Drazza

Non devono essere stati giorni facili per Maria dopo l’annuncio dell’Angelo.
Nessuno di noi, sarebbe rimasto tranquillo. Ho pensato allora alle sue notti insonni, con gli occhi spalancati a guardare il soffitto, oppure l’ho immaginata seduta fuori su una panchina di pietra, attaccata proprio al muro di casa, a sentire il fresco della notte, il frinire dei grilli. L’ho immaginata così Maria di Nazareth: preoccupata, pensierosa, spesso distratta, immersa tra domande, con la testa da un’altra parte e anche molto impaurita perché certe notizie, anche se belle, ti fanno saltare l’ordine delle cose che pazientemente avevi costruito.
E poi l’ho immaginata con Giuseppe a passeggiare…
Parlano Maria e Giuseppe. Parlano di quello che sta succedendo, parlano sottovoce e si incoraggiano a vicenda, perché non deve essere molto facile stare dentro il progetto di Dio: hai bisogno per forza di sentire parole amiche.
Ma Maria ogni tanto si ferma, la preoccupazione e la grandezza della proposta di Dio le bloccano le gambe e allora Giuseppe l’abbraccia e le dice: «Non temere, siamo insieme e possiamo farcela.
Porteremo avanti tutto insieme, mano nella mano e cuore vicino al cuore».

Maria lo guarda, sa benissimo che grande impegno ci sta mettendo Giuseppe a stare dentro questa storia assurda e, mentre si asciuga le lacrime, con parole tenerissime gli dice: «Sì, ce la facciamo solo insieme».
Hanno finito le parole adesso, si guardano solo negli occhi, cercano di andare a fondo quanto più è possibile per aggrapparsi alla parte più bella del cuore di ciascuno, per rimanerci per sempre, perché hanno capito che solo se sei legato all’amore di qualcuno puoi sognare di stare dentro ai progetti enormi di Dio.
Maria ora sembra più serena, gli occhi e l’abbraccio di Giuseppe l’hanno fatta sentire più protetta.
«Torna al lavoro» – gli dice Maria – «io entro in casa: voglio mettere in ordine tutto. Tra qualche giorno partirò per andare a trovare Elisabetta, mia cugina, anche lei ha bisogno di aiuto e sono sicura che servirà anche a me questo tempo con lei».
Giuseppe, uomo premuroso qual è, vorrebbe proteggerla, dirle che è pericoloso mettersi in viaggio, che avrebbe fatto di tutto per accompagnarla, ma il lavoro glielo impediva e, in questo turbinio di pensieri, dalla bocca di Giuseppe escono poche, semplici parole, che hanno per Maria il suono buono dell’amore: «Vai Maria, io ti aspetto qui! Come sempre!».
Giuseppe conosceva gli occhi e il tono di Maria e sapeva che niente l’avrebbe fermata.
«Sì, lo so Giuseppe quello che stai pensando: che è pericoloso, che attraversare le montagne non sarà semplicissimo; lo so Giuseppe, ma so anche che ogni chiamata, ogni cosa bella scoperta non è mai solo per noi. La vita cresce se si moltiplica! Sono stati giorni complicati questi, per me e per te: ora è necessario riprendere tutta la nostra vita in mano e provare a mantenere questa direzione divina. Parto e mi sento serena. “La potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra”: Io, in questa potenza credo fermamente e poi parto perché per rendere possibile l’impossibile è necessario fare il primo passo, non bisogna aspettare miracoli, allinemento di pianeti…, bisogna cominciare a fare il primo passo».
Era rasserenata Maria, ma dimostrava la forza e l’entusiasmo di portare avanti questo “peso” d
ivino.
Giuseppe la guardava in silenzio.
Si convince anche lui sulla necessità di annunciare il Vangelo a tutti; si convince che bisogna muoversi, non farsi prendere dalla pigrizia di accontentarsi di cose piccole e insignificanti. Non è più il tempo di nascondersi, di starsene tutto il giorno chiusi e piegati dentro le proprie stanze o dentro i nostri rifugi.
È il tempo di muoversi.
Maria si muove perché è portatrice di sussulti. Maria si muove perché custodisce in sé la verità del cielo e dall’Amore, di Giuseppe e del Suo Signore, si sente “rivoluzionare”.
Maria allora partì il giorno dopo al mattino presto e Giuseppe era lì, per darle un bacio e consegnarle una tavoletta molto semplice sulla quale c’era scritto:
Ricorda sempre il motivo per cui ti sei messa in cammino. Sei in cammino per portare belle notizie, per accarezzare volti e per sostenere.
Fidati! Non smettere mai di fidarti. “La potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra” Non sarai mai sola. Dio cammina con te.
Ti amo!
Quando lesse queste parole Maria si commosse.
Giuseppe era un uomo di poche parole, silenzioso e discreto, ma quel “ti amo” le aveva dato ancora più forza.
…E allora andò in fretta, Maria, perché amata!