DIPENDENZE

Dipendenze.
Pensi subito alle droghe, all’alcool, ma sai che il discorso è più ampio: il gioco patologico, lo smartphone, il cibo, certe relazioni affettive, la pornografa, persone/gruppi che hanno “potere” su di te… Sono chiamate dipendenze comportamentali e si aggiungono alle dipendenze causate da sostanze, perché alla base ci sono anche fattori comuni a entrambe.
Ogni dipendenza è caratterizzata dalla mancanza di controllo rispetto a stimoli che richiamano potentemente, sia che si tratti di una sostanza che di un comportamento. ”Qualcosa” ha il dominio su di te, ti priva di una parte della libertà.
Molto spesso si scivola nella dipendenza gradualmente, soprattutto con le sostanze si passa dall’abuso alla dipendenza. Inizialmente ti sembra di avere abbastanza controllo (lo faccio quando voglio, smetto quando voglio), poi ti accorgi che non è così: sei come costretto a continuare anche se vorresti smettere.

Anche altre situazioni spesso si svolgono con gradualità: ti leghi ad una persona, all’inizio sembra che vada tutto bene, poi non riesci a fare a meno di lei anche se si tratta di una relazione abusante, psicologicamente o anche fisicamente.
Avviene spesso gradualmente, ma altrettanto spesso la “ferita” interna che la dipendenza si illude di curare c’era prima, era preesistente. Una parte di te, a volte quasi dissociata, sembra dire: non posso non farlo! Sia che si tratti di consumare una sostanza, sia che si tratti di continuare a stare con una persona abusante o altro. Se questa parte di te potesse parlare e raccontare la sua storia, paradossalmente direbbe la sua “buona intenzione”; ti direbbe, ad esempio, che non puoi non bere, perché solo se bevi senti di appartenere, di fare parte, non sei solo. Ma poi non è vero, perché alla fine raccogli proprio quello che cercavi di evitare, in questo caso la solitudine.
Allora, per uscirne, bisogna capire qual è stata la porta (o le porte) d’ingresso. Certo le “cause” (meglio, i “fattori di rischio”) per la dipendenza sono diverse: genetiche e biologiche, sociali e culturali, psicologiche e legate alla propria storia di vita, anche (soprattutto?) spirituali. Si intrecciano tra loro, concorrono all’esito finale, per questo non è facile trovare la via d’uscita, come Pollicino, che segue all’indietro le tracce del suo percorso. Quelle tracce ci sono, sono scritte nella nostra storia, nelle emozioni che proviamo, nei pensieri che ci accompagnano, nei segnali del nostro corpo.

Ma abbiamo bisogno di aiuto per leggerle. Percorsi di guarigione interiore, che curino le ferite che abbiamo dentro. A volte percorsi più semplici, a volte più complessi. Sempre, però, percorsi fatti di altre persone con le quali ci mettiamo in gioco, in relazione, uscendo dal segreto, dall’isolamento.
A volte il “segreto” è mantenuto dalla “dissociazione”, cioè dal fatto che ti trovi quasi con una doppia o tripla vita, quella della brava persona, che magari partecipa al gruppo della Parrocchia, e poi, in altri momenti, sei stordito dall’alcool o da internet o da altro. Quasi come due persone diverse. Eppure sei sempre tu. E dentro di te, nel tuo Centro Interiore (la tua Anima) c’è la saggezza e la forza per aiutare le tue parti “stordite” a ritrovare lucidità, per imparare altri modi, sani, per sanare le ferite antiche e per assaporare la Vera Gioia, il Vero Bene, la Vera Vita. Però hai bisogno di aiuto, non puoi fare da solo.

La relazione profonda con Gesù ti conduce all’esperienza della Vita Buona, un annuncio di LIBERTÀ. Cercare di vivere secondo lo Spirito, non solo in chiesa, ma nella vita, ti protegge (prevenzione) e ti risana (cura). Ma potresti avere a che fare con un problema di dipendenza, più o meno intenso, anche se ti stai impegnando a vivere il Vangelo, proprio perché i fattori di rischio sono vari e complessi, anche oltre la tua responsabilità diretta.
Allora, che fai? Se hai una malattia seria il Vangelo trasfigura il modo di vivere quella situazione difficile, ma non ti esonera dall’andare dal medico. Così per le dipendenze; è necessario un cammino di guarigione interiore: “terapia spirituale”, itinerari con specialisti (soprattutto psicoterapia); a volte itinerari residenziali: in ogni caso, però, MAI DA SOLI.

(don MARCO BALEANI, rivista SE VUOI 6/2023)