…Che possiamo essere ADEGUATI!

Negli sport di squadra si vince insieme… non importa quanto tu sia bravo, quanto sia in gamba il tuo compagno. Quello che funziona è la somma che due entità sono capaci di creare. È come quando vai a scuola e ti chiedono di riassumere un testo. Il voto verterà su quella che è la tua capacità di sintetizzare, di arrivare al cuore del racconto. Ecco, fare insieme vuol dire arrivare all’anima, significa perdersi insieme per donare il succo. Credo che funzioni così un po’ per tutte le cose. Il problema dell’insieme però è che costa fatica rompersi, costa orgoglio perdersi. Siamo talmente unici e perfetti che tralasciare un pezzetto di noi per un nuovo incastro diventa difficile da digerire, ma quando lo si fa lo spettacolo è assicurato.

C’è però un rovescio della medaglia, una di quelle controindicazioni che non ti aspetti. Che ti sembra impossibile da dover sopportare. Quando superi l’osta­colo dell’unicità, quando ti rendi conto che solo insieme puoi, il problema di­venta poi tornare di nuovo uno, staccarsi e ritrovarsi unici. Il dramma sta nel riconoscersi di nuovo perfetti.

Quando insieme si fa la differenza, ritrovarsi soli a combattere con le proprie inca­pacità, con i propri limiti diviene colpa, si tramuta in sofferenza e in ansia di non essere abbastanza. Se sei capace puoi, se non lo sai fare cedi sotto il peso del giu­dizio di chi ti dice che eri meglio prima: “E allora io che sono nato a fare solo?”. Il dramma del riassunto è che sciogliendo le frasi, il senso si perde. Come ti perdi tu.

Non so bene ancora come si faccia a superare il dramma. Per questo dispiacere come per qualsiasi altro, la pecca sta nel fatto che non c’è una soluzione unica, non c’è rimedio univoco. Ci sono dei palliativi certo, ma a me non hanno mai con­vinto. Posso dire come faccio io? Io ci provo! Tra una crisi isterica e una giornata più soleggiata, mi impegno a pensarmi perfetta così, anche se sono meno.

Non so se sia il giusto modo, ma è possibile che continuando a provare a pen­sarmi adeguata io finisca per convincermi che sia vero.

(Francesca Tarantino, rivista SE VUOI 3/2022)