Il CORAGGIO
di ricordare
Dai non ci pensare più!».
Qualcuno te l’avrà detto di sicuro. Non esistono amici che prima o poi davanti al tuo problema non tirino fuori questa specie di ritornello. “Non ci pensare più, vedrai che passa e non ti ricorderai nulla di quanto accaduto…” . Lo so bene, lo fanno per affetto e per convincerti a guardare avanti; lo fanno con le migliori intenzioni perché ti vogliono bene. E tu ti fidi. Tu, ad un tratto, smetti di piangere e di mangiarti le parole mischiate con le lacrime e dici: “Ma sì, hai ragione, tra qualche giorno passerà tutto e mi riprenderò la vita!”, e insieme scegliete di passare le ultime ore prima del coprifuoco bevendo una birra, che ha tutto il sapore di una benedizione laica, ridendo un po’ sulla strada di ritorno verso casa. Ma poi proprio a casa, nel tuo letto, magari mentre scorri i tuoi social preferiti, ad un tratto qualcosa ti riporta nel punto di partenza e ti ritrovi da solo, nella tua stanza, con gli stessi pensieri di qualche ora prima. E sembra addirittura che i pensieri siano diventati più pesanti, forse anche taglienti e non ti lasciano tregua. E scopri che l’unico modo per poter affrontare quello che ti è successo non è dimenticare ma ricordare di più. (Sì, lo so bene, non avviene tutto in automatico e non in una sola notte, ma io ho poco tempo e poco spazio per dirti di più). Dicevo, non è dimenticando che si risolvono le cose, ma l’andare alla ricerca dei dettagli più piccoli di quello che è successo ti permette di trovare un senso alle cose. Come? Mi stai chiedendo quanta fatica occorre? Occorre tanta forza, non solo fatica, per fare questo tipo di ricerca. Occorre saper stare sott’acqua per qualche tempo per cercare le cose che sono andate in profondità, e in profondità non solo trovi ciò che stai cercando, ma impari anche un modo di respirare che è più intimo, più interessante e anche più adatto per trattenerti a fondo. Giusto il tempo necessario.
Ma perché ti scrivo questo? Forse lo scrivo per me, sai? Forse mi sto scrivendo un lunghissimo messaggio perché anch’io impari a non dimenticare le cose della mia vita e mi illudo che forse possa servire anche a te.
Abbiamo passato mesi incredibili. Nessuno di noi aveva mai immaginato una cosa del genere. Mentre eravamo nel pieno delle nostre velocità, dei nostri sogni, dei nostri progetti sembra che qualcuno abbia tirato la spina e tutto si sia spento e fermato; ci hanno chiesto di starcene buoni buoni a casa, mentre qualcuno cercava soluzioni al guasto. E noi siamo rimasti lì, quasi intontiti senza capirci molto per qualche giorno e poi per qualche settimana e poi per mesi e mesi. E ora? Ora che pian piano sembra che qualcosa si stia muovendo ci siamo detti: “Voglio scordarmi tutto per tornare a vivere nella normalità”. Come se dimenticare fosse la soluzione di tutto. Come se bastasse batterci sui vestiti con le mani per togliere la polvere dopo esserci appoggiati ad un muro scrostato. E in questi giorni, mentre pensavo a te, sono andato a leggere il capitolo 8 del Deuteronomio, (sì, lo so già il nome ti fa pensare a qualcosa di vecchio, ma non ho trovato cose così profonde nei testi dei tuoi rapper preferiti) e ho evidenziato in particolare una frase che qui ti riporto per sottolineare la potenza del ricordare le cose, non per star peggio ma per tornare a vivere di nuovo: Abbiate cura di mettere in pratica tutti i comandamenti che oggi vi do, affinché viviate, moltiplichiate ed entriate in possesso del paese che il Signore giurò di dare ai vostri padri. Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant’anni nel deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del Signore.
Ecco, allora io credo (spero!) che occorra ricordare tutto il cammino fatto in questo anno di pandemia, cosa ti è successo, cosa hai combinato di buono, quali sono le parole che hai usato in questo tempo così difficile e non per stare male, ma per scoprire ciò che avevi nel cuore… La senti la potenza: ricordare tutto per scoprire ciò che avevi nel cuore. E allora d’ora in avanti, se vuoi, quando toccherà a te consolare qualcuno, non dirgli la frase che hanno detto a te, ma spingiti oltre e aiutalo a pensarci meglio. Perché ricordando meglio si diventa più forti.
(Tony Drazza, rivista Se Vuoi 4/2021)