Mezzo pieno o mezzo vuoto?

Nel tessuto del nostro universo, gli atomi costituiscono i mattoni fondamentali della materia, danzano in un’armonia invisibile, riempiendo lo spazio con la loro presenza sfuggente. Sorprende tuttavia che gli atomi, nonostante la loro solidità apparente, siano per la maggior parte composti di VUOTO. L’immagine di un atomo, con il suo nucleo circondato da elettroni che orbitano a distanza, ci ricorda che la sostanza che percepiamo come solida e concreta è, in realtà, prevalentemente vuota. Ricordate la famosa storiella del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Qualche astuto avvezzo alla fisica dirà che è tutto pieno: metà con acqua e metà con aria. Eppure se avessimo un super-microscopio che permetta di vedere gli atomi, ciò che vedremmo è essenzialmente il vuoto!

Spesso noi cerchiamo esperienze intense e momenti significativi, altresì gran parte delle nostre giornate sembrano caratterizzate da un senso di “vuoto”. Viviamo la monotonia della routine, compiamo attività banali, e ci sentiamo persi in una nebbia di insignificanza. È come se anche noi fossimo fatti principalmente di vuoto, come se le esperienze di rilievo fossero rare e fugaci.
L’estate è da poco finita portandosi via i ricordi di vacanze, avventure e novità. Riprende il tran tran sempre uguale del quotidiano. Ma è proprio in questo “vuoto” che possiamo trovare significato, nell’accettarlo come parte integrante e fondamentale del nostro cammino.
Pensiamoci: se fosse proprio “in quel vuoto”, in quella mancanza di grandi eventi, che risiede la vera essenza dell’esistenza? Se proprio in quel vuoto si celasse la possibilità di scoprire la nostra vocazione, il nostro autentico scopo nel mondo?

Qui la fisica ci torna in aiuto ribaltando la situazione: secondo la Meccanica Quantistica, quel vuoto di cui abbiamo parlato non è affatto vuoto, anzi è sorprendentemente “pieno”! In esso continuamente nascono particelle (elettroni, protoni, neutroni, fotoni – che poi significa nuova luce! -…) e in questo senso è quello stesso vuoto, ad essere il germe di tutte le cose!
Questo allora, potrebbe essere semplicemente il tempo in cui dobbiamo piantare i semi delle nostre speranze e dei nostri sogni. In questa quiete apparente in cui tutto ribolle possiamo trovare spazio per la riflessione, per esplorare i nostri desideri più profondi e per concentrarci sulle cose che davvero contano. Se sentiamo un vuoto interiore da riempire, possiamo farlo con l’amore che solo Dio può offrire. È in quel vuoto che possiamo trovare il coraggio di abbracciare la nostra chiamata unica e di realizzare il nostro potenziale. Pensiamo a Gesù, di cui tante volte si dice si ritirò in un luogo deserto, e là pregava (Mc 1,35). In quel “vuoto” si crea intimità, si riprendono le forze, può nascere novità. Possiamo in questa prospettiva abbracciare il vuoto negli atomi e nelle nostre vite. Non temiamolo poiché è un’opportunità di scoperta e crescita. E così, come gli atomi danzano nel vuoto, noi danzeremo la danza della nostra vocazione, riempiendo il mondo con la nostra luce interiore.

(Giuseppe Colabufo, rivista SE VUOI 5/2023)