…essere “CRINGE” significa
IMBARAZZANTE?
Io assolutamente no, fino a quando qualche mese fa una giovane che conosco non ha cominciato a usarla spesso. E allora io, non volendo fare la figura della boomer (non al passo con i tempi), ho chiamato il mio “adolescente segreto” mio nipote e gli ho chiesto informazioni. Ebbene, ho scoperto che cringe è un termine nuovo che significa “imbarazzante”, e in quel nanosecondo nella mia testa si sono susseguite tutte le scene in cui mi è capitato di sentirla usare fino a ricordarmi che alcune volte era riferito anche a me: «Sei un po’ cringe» – e io, sempre per non passare da boomer, avrò pure annuito sorridendo! Ma ora so, e la conoscenza è quasi un superpotere alle volte.
Una situazione imbarazzante certamente mette a disagio te e, forse, anche chi sta con te, però è anche vero che lascia il segno. Gesù per primo faceva cose imbarazzanti lo sapevi? Mi spiego. Col tempo, nello studiare l’attendibilità storica dei Vangeli, sono stati rintracciati alcuni criteri tra cui quello dell’imbarazzo secondo il quale gli Evangelisti non avrebbero mai riportato un fatto o una frase detta da Gesù, che magari non lo metteva in buona luce, se questo avvenimento non fosse realmente accaduto e non fosse stato importante raccontarlo. Pensiamo, ad esempio, al brano in cui la donna adultera gli bacia i piedi (Lc 7,36-50); a quello in cui lui mangia con i peccatori (Mc 2,15- 17) o altri. Perché Gesù faceva così? Di certo non per dare nell’occhio, ma perché credeva in ciò che faceva e quando tu credi profondamente in qualcosa sei pronto anche a essere deriso per difenderla, per non lasciartela rubare.
Allora il mio augurio per te e per tutti noi è che impariamo a rischiare di “essere cringe” pur di non barattare le cose importanti.
(Roberta La Daga, rivista SE VUOI 2/2023)