TONIO KRÖGER

di Thomas Mann

Tonio Kröger, di Thomas Mann, Nobel per la letteratura nel 1929. La prima idea della storia di un adolescente inquieto, sensibile, che si spinge oltre gli schemi borghesi che decretavano il giusto e il non giusto da farsi, sia in famiglia che in società, si fa strada nello scrittore tedesco alla fine del secolo XIX.
La trama si snoda in circa trent’anni, durante i quali il protagonista non smette mai di cercare la sua strada, la verità e la vocazione ultima della sua esistenza.

Cercare la verità è un tutt’uno col cercare se stessi, a partire da se stessi e in relazione con gli altri, perché la verità – come ci ricordano Socrate e Agostino – abita in noi, ci parla. La questione è disporsi o non disporsi ad ascoltarla, ad incontrarla. È in noi, per misterioso dono, ma non la produciamo da soli.
Tonio è un giovane che si è posto in ascolto della verità, se pur a caro prezzo.

Siamo in Germania, a Lubecca. Ambiente mercantile borghese, in cui Mann descrive due categorie antropologiche in apparente contrasto: i biondi e i mori. I biondi – rampolli di buona famiglia – aspirano tutti allo stesso destino predeterminato: successo, guadagno, eccellenza sociale.
Tonio fa parte di questo ambiente, ma non è come gli altri. Diverso per tratti somatici, scuro di colore, figlio del console della città, coltiva altre aspirazioni. Le ha ereditate dalla mamma brasiliana, gioiosa, amante dell’arte. I biondi sono pragmatici, vivono di certezze sociali e di prestigio economico. I mori cercano altro e lo cercano altrove. Contemplare il mare, leggere, comporre poesie, suonare. Attività “strane”, che rendono Tonio una sorta di macchietta da denigrare, o al meglio, da escludere e ignorare. Nel suo cuore c’è un sogno: fare lo scrittore, desiderio diverso dalla ricchezza e dal potere. Da questa diversità nascono dolore, disagio, disprezzo degli insegnanti, dei compagni.
Ma Tonio sente che la sua vera vocazione coincide con la sua libertà. Va avanti, perché i sogni se inseguiti diventano segni, si tramutano in fatti. Ed ecco il successo, i riconoscimenti. Ma ogni traguardo coincide con un nuovo discernimento. Chi è davvero lo scrittore, che ruolo deve assolvere? Dilettare per vendere? Intrattenere? La domanda si fa abissale quando l’amica pittrice Lisaveta lo mette, ormai famoso, davanti al quesito più arduo. Gli ricorda che l’arte ha un compito salvifico: indicare la verità attraverso la bellezza autentica, non quella del successo da due soldi. Da qui la crisi, il viaggio alla ricerca di sé sulla scia di Amleto, in Danimarca. Essere davvero se stessi, o non essere se non quello che gli altri vogliono?
Tonio si rimette in moto, il suo cuore ormai abituato ai successi effimeri, ma dormiente di fronte alle verità ultime, si riaccende. Il cuore funziona quando batte per un ideale, per la verità. A ogni età e in ogni stato vocazionale. Così, riconciliato con i ricordi, perdonati tutti, ritrova il suo senso, la sua via.

In ognuno di noi abita Tonio Kröger. È bene saperlo quando tutto appare definitivo, scontato, raggiunto. Ma spesso conseguiti ruoli, titoli, non si sa più chi siamo davvero. La vita è un cammino verso la verità da riscegliere, da rilanciare, da riscoprire.
Tonio ce lo ricorda con la sua storia. Ce lo ridice con il suo coraggio.

(Cristiana Freni, rivista SE VUOI 1/2023)