Tutto il mio LAVORO è un DONO di Dio!

intervista a Stefano Cacelli

Tra le mani quattro assi di legno grezzo, profumate di resina: ce le ha regalate Ugo, un vicino di casa amante della campagna. Vorremmo farne qualcosa di bello: abbozziamo un progetto, rubiamo nel garage del nonno qualche attrezzo, ma… schizzo, materie prime e attrezzi sembrano non bastare per realizzare il tanto desiderato tavolo, pensato per condividere cene con tanti. Serve un artigiano, qualcuno che aggiunga professionalità, arte e passione al lavoro e possa così renderlo concreto e bello!
Ci ritorna in mente il nostro amico Stefano… è un falegname! Non è facile trovarne al giorno d’oggi! Un giorno andiamo a trovarlo. Entrando ci divertiamo a camminare tra gli scarti riccioluti del legno. Abbiamo così l’occasione per ascoltare la storia del nostro amico che non vedevamo da anni:

“Sono falegname da 20 anni, da quando mi sono diplomato alla scuola d’arte: il legno era la mia materia di indirizzo. È proprio lì che questo mestiere ha iniziato ad affascinarmi. Nei primi 10 anni mi sono occupato principalmente di arredamenti per negozi e alberghi. Poi ho cominciato a lavorare per una azienda che allestisce interni per yacht di grandi dimensioni”.

Nel frattempo, piallata dopo piallata, le tavole acquistano una forma. Poi il nostro occhio cade sul barattolo di colla. A volte ci sentiamo anche noi un po’ come sono ora il ripiano del tavolo e la sua gamba: scollati! Il nostro lavoro sembra “scollato” dalla nostra vita di fede… figuriamoci poi dalla nostra vocazione! Stefano, però, mentre con maestria incolla e unisce le due parti del mobile, ci regala una luce:

“Tutto il mio lavoro è un dono di Dio: mi piace; mi realizzo come uomo; mi soddisfa quando creo qualcosa. Cerco di viverlo come continuazione dell’opera della creazione di Dio, in umiltà, non vantandomi di quello che so fare, come se fosse merito mio. Tutto è dono. Un altro aspetto molto importante è quello economico: lo stipendio mi permette di mantenere la mia famiglia, mia moglie e le mie tre figlie, realizzandomi nella mia prima vocazione di sposo e padre”.

Il nostro tavolo, intanto, è pronto… mancano solo i commensali! Guardiamo incuriosite gli strumenti del mestiere di Stefano e osiamo domandargli quale di essi “racconti” di più il senso del suo lavoro:

“Non scelgo uno strumento, ma la materia prima: IL LEGNO; è una materia naturale potenzialmente inesauribile che il Creatore ci regala, da rispettare e utilizzare in infiniti modi. Gesù lo ha usato nella bottega di Giuseppe fino a 30 anni; e poi si è servito del legno per realizzare la missione per cui è stato mandato sulla terra: caricato del legno della croce è salito al Calvario; vi è stato crocifisso sopra per regalarci la vita eterna e la gioia del paradiso”.

Mentre usciamo, notiamo una tavoletta di legno con incisa una frase del libro della Sapienza: “In suo potere siamo noi e le nostre parole, ogni intelligenza e ogni nostra abilità” (7,16).

Stefano nota la nostra sorpresa e ci saluta così:

“Quello che so fare è dono di Dio e lo ringrazio ogni giorno”.

…Quante cose grandi l’Artista può fare attraverso le nostre semplici materie prime!

(Federica Cammarata-Irene Mutta, rivista SE VUOI 4/2021)