Primo passo

Come si fa il primo passo?
Domanda abbonatissima al nostro pensiero non appena cadiamo e ci facciamo male. Se lo chiede l’atleta dopo un brutto incidente, il cantante dopo aver conosciuto l’apatia e se lo chiede persino il più grande professionista dopo aver perso una battaglia.

Eppure, il bambino non se lo chiede.
Forse per imitazione, o forse perché sente che è arrivato il momento in cui è in grado di farlo, si tira su e stende le gambine. Le manine sono ancora sporche, ha gattonato fino a un momento prima, perciò le passa sui vestitini per pulirle. La mamma contentissima corre a prendere il cellulare per riprendere l’avvenimento, il papà incita il bambino a proseguire stando attento a soccorrerlo in caso dovesse farsi male. E così, questo avvenimento quasi inaspettato viene festeggiato e applaudito.

Il piccolo merlo guarda dal suo nido la scena mentre aspetta che la mamma torni con il cibo. ’’Sembra davvero bello essere umani, è quasi un peccato non poter essere parte di quella festicciola così familiare e ristretta’’ – pensa tra sé.
Il merlo, che fino a quel momento era appoggiato al bordo del nido per guardare, si sporge un po’ troppo perché affamato di dettagli. In un attimo ruzzola giù dal nido. ‘’Sono finito!’’ – pensa il volatile nell’ inesorabile discesa –, ‘’Apri le ali, dài apri le ali’’ – diceva a se stesso per evitare il grande tonfo. Dopo svariati tentativi, finalmente riesce ad aprire le ali e a planare a terra senza farsi male. Dopo tante prove e un paio di insuccessi, il piccolo merlo riesce a tornare nel nido sano e salvo.


Ogni volta che si cade e ci si rialza è un primo passo, l’occasione giusta per ricominciare.
In questi casi bisogna prendere in mano il timone e tracciare una nuova rotta ascoltando il cuore.
Dipende tutto da noi.

(Sara Caimi, rivista SE VUOI 5/2022)