“Dio non dorme”
STORIE DI SPERANZA E RINASCITA
La speranza spetta a noi e dobbiamo sceglierla in questo momento della storia umana. È un’affermazione questa, di Martin Luther King, chiara e provocante che continua a tenere vivo e acceso il mio cammino di vita. Penso alla mia vita di donna, di consacrata, di cittadina che si è fatta scelta e missione, impegno e lotta, accoglienza e intreccio con la vita di tante giovani donne migranti, spesso incinte o con bambini piccoli, molte di loro cadute nella rete della tratta delle persone, tutte senza una briciola di speranza nel cuore.

Inizialmente a Caserta – quasi 25 anni fa – dove insieme a due consorelle Orsoline, abbiamo dato vita a CASA RUT, un luogo familiare di accoglienza e in seguito alla Cooperativa Sociale new- Hope – sartoria etnica ed etica – un piccolo segno di economia solidale che promuove dignità, diritti e integrazione attraverso la formazione e il lavoro, superando quelle logiche assistenziali che non liberano le persone. La nostra forza: credere che solo insieme si possono avviare quei processi che hanno la forza di scardinare gli egoismi imperanti che producono ingiustizie e creano “rifiuti” umani e ambientali.
E ora a Roma, nel quartiere più popoloso – Tuscolana /Don Bosco –, in un appartamento al 6° piano di un grande condominio, dove da quattro anni, insieme alla consorella suor Assunta e ad alcune giovani, abbiamo dato vita a CASA MAGNIFICAT per condividere insieme la speranza di un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale, che non si limiti alle parole, come ci invita papa Francesco (Enciclica Fratelli tutti, 6).
Tanti nomi: Jennifer, Blessing, Vera, Faith, Mirela, Oksana… Tanti volti incontrati ed ora scolpiti ad uno ad uno nel nostro cuore di sorelle e madri, come ci esorta sant’Angela Merici, nostra ispiratrice.
Nomi e volti che mi hanno chiesto il coraggio di scoprire Cristo in loro, di farmi vicinanza, ascolto e accoglienza, di saper prestare la nostra voce nelle loro cause, ma anche dare a loro voce… Direbbe papa Francesco, a lasciarci evangelizzare da loro. Sì, il Vangelo è davvero sovversivo!
Tante storie accolte, come la storia di Joy che si fa ora narrazione e voce plurale per i tanti nomi e volti incontrati.

“Sono partita dalla Nigeria, quando avevo 23 anni. Un lungo viaggio e una promessa di lavoro mi attendeva.
Un viaggio che si è trasformato ben presto in un inferno. La traversata del deserto, la permanenza nel lager libico, rinchiusa per mesi, dove non mi è stato risparmiato nulla: torture, minacce, violenze, stupri di gruppo. La traversata del mare su un gommone che poi si è fermato. Ho pregato tanto: “God, help me!” – Dio aiutami! E poi in Italia, a Castel Volturno, dove è iniziato per me un nuovo inferno. Il lavoro promesso non c’era… dovevo andare sulla strada, con decine di uomini al giorno che calpestavano il mio corpo e la mia dignità, per pagare agli aguzzini un debito di 35 mila euro. Sentivo che mi era stato rubato tutto: il no-me, la dignità, il corpo, l’anima, la libertà, il futuro.
Non ce la facevo più! Ero arrabbiata anche con Dio.
Ho provato a scappare una prima volta, ma mi hanno ripresa e punita. Ho riprovato una seconda volta e ho trovato aiuto. Ho chiesto scusa a Dio e ho pensato: sì, Dio non dorme!
La polizia, dopo la denuncia, mi ha portata a Casa Rut – Caserta, dove è iniziata per me una vita nuova. Il cammino di rinascita è stato duro ma bello; mi sentivo fragile e forte… Sostenuta e accompagnata dall’amore delle suore e da tante presenze amiche. Sono ritornata a essere il significato del mio nome: “gioia”. Gioia di vivere, di amare, di donare, d’inventare ogni giorno la vita e la speranza. Incoraggiata da suor Rita, ho ripreso a studiare.
Ho preso il diploma di terza media e poi la maturità. Ora Vivo a Roma – ho scelto di seguire suor Rita nella sua nuova missione di aiutare altre giovani donne a Casa Magnificat. Oggi lavoro come OSS – operatrice socio sanitaria – e da 5 mesi sono sposata con Andrea, un giovane ingegnere toscano. All’altare mi ha accompagnata suor Rita, una madre per me che mi ha rigenerata a vita nuova.”
La storia di Joy, di Blessing, Rachel, Josephine, Monica… è la storia di tante altre donne considerate “scarti”, diventate oggi “donne in piedi” che come “pellegrine di speranza” osano percorrere insieme ad altri i sentieri di una fede e di una cittadinanza attive che mettano al centro la dignità, il bene e la cura di ogni persona e del creato, diventando anche voce di denuncia.
(Rita Giaretta, rivista SE VUOI 4/2025)