L’ULTIMO Sì

Un Dio che muore solo come un cane

“Tutto è compiuto, il sì è stato detto, Dio ha dato tutto.
Il velo del tempio è squarciato: questo è il volto del Dio cercato dall’uomo. A noi, ora, di schierarci.

Di cadere in ginocchio, sbigottiti, o ancora, di versargli addosso l’amaro aceto dell’incredulità”

Come riuscirò a parlare della passione senza cedere al pietismo? Senza aggiungermi alla folla di devoti che si fermano al dolore, senza leggere l’amore? – si chiede l’A. davanti alla richiesta di scrivere questo testo.
La passione, continua, ci è raccontata in maniera prospettica: uno stesso evento visto da angolature diverse. Per meditarla dobbiamo prendere i vangeli nel loro insieme, attingere i particolari che qualcuno trascura e un altro sottolinea, avere la pazienza

Un intenso e appassionato percorso di sequela della via crucis, seguendo i racconti evangelici che disegnano gli ultimi momenti della vita terrena di Gesù: la cena, la notte, l’arresto, il processo giudaico, il processo romano, la crocifissione, morte, sepoltura… fino al giorno dopo il sabato. Il tutto impreziosito da una chiave di lettura insolita ma molto umana. Quasi verosimile. Come per esempio la figura di Giuda, peccatore sì, ma”in buona fede”, un discepolo che vuole aiutare il Maestro a portare a compimento quanto ha annunciato, ma vedendo che i tempi si allungano, decide di agire, per accelerare, credendo di aiutare… E così l’A. ci mostra che il peccato di Giuda non è poi così lontano e diverso da quello di Pietro:

Pietro, il custode della fede, il primo fra i pari, uno dei più intimi, ha giurato e spergiurato di non conoscere il suo Signore.
Giuda, il discepolo, ha aiutato il Sinedrio a catturare Gesù, forse per accelerare il confronto, forse per trovare una soluzione che, invece, si rivelerà un pasticcio, e l’ombra lo travolge, definitivamente.

Ma, in tutte queste tenebre, emerge la luce.
Una luce intensa per chi la sa vedere, una luce che ahimè, Giuda non vede. Non incrocia lo sguardo del Maestro che, nell’orto, ancora lo ha chiamato “amico”!

Conclude il libro la preghiera della Via Crucis, scritta dall’A., che aiuta a meditare quanto letto.
“Ecco, amico lettore, qui finisce il mio servizio di guida. Ti ho portato a vedere lo spettacolo. Spero ti sia servito.
Per riflettere.
Per interrogarti.
Per commuoverti.
Per convertirti.
Quando vedrai un Crocefisso, d’ora in avanti, non fermarti al dolore, ma all’amore.
Al suo. Al tuo.

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