Qualità del saper fare: come interagire, come proporre dinamiche di gruppo, un campo vocazionale … questioni di metodo.

 

 

 

A partire dal mese di settembre 2017 e fino al prossimo anno nel mese di ottobre 2018, vogliamo accompagnare come Suore Apostoline, attraverso schemi di preghiera e dinamiche per la riflessione, i giovani di tutto il mondo che si preparano a vivere il loro SINODO DEI GIOVANI 2018.

Con scadenza mensile o quindicinale proponiamo in questo settore del Sito delle ‘buone pratiche‘ qualcosa di concreto e semplice, dinamico e profondo che possa aiutarti a livello personale e come gruppo giovanile a prepararti e vivere il tempo del SINODO come un momento di grazia e una opportunità per la tua crescita umana, cristiana e spirituale.

Ringraziamo il Centro Diocesano Vocazioni della Diocesi di Albano e sr. Elena Ferrario apostolina che insieme all’Equipe Diocesana ci hanno messo a disposizione questo primo schema di preghiera in compagnia di Maria, la Stella dell’Evangelizzazione.

 

CDV Albano Suore Apostoline

 

Secondo schema di preghiera verso il Sinodo dei Giovani 2018

Chiamati ad essere Testimoni della Risurrezione

 

Guida: come suggerito nel documento preparatorio al Sinodo dei Vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”
meditiamo sulla figura del discepolo amato Giovanni;
attraverso la sua figura cerchiamo di cogliere il cammino di maturazione della fede che conduce
a scoprire la vita in pienezza nel dono di sé e nella partecipazione all’annuncio della Buona Notizia. (cfr. Introduzione)

Preghiamo per tutti noi e in particolare per i giovani,
perché possiamo riconoscere, confessare, e annunciare
che il Signore è Vivo ed è presente nella storia.

 

 

Canto d’inizio

Alla tua presenza…

Signore, che nessun nuovo mattino venga ad illuminare la mia vita
senza che il mio pensiero si volga alla tua Resurrezione
e senza che in spirito io vada, coi miei poveri profumi,
verso il sepolcro vuoto dell’orto!

Che ogni mattino sia per me mattino di Pasqua!
Che ognuno dei miei risvegli sia un risveglio alla tua presenza vera,
un incontro pasquale con Cristo nell’orto,
questo Cristo talvolta inatteso.

Che ogni episodio della giornata sia un momento
in cui io ti senta chiamarmi per nome, come chiamasti Maria!

Concedimi allora di voltarmi verso di te.
Concedimi con una parola sola ma con tutto il cuore,
di rispondere: “Maestro!”

 

 

Ascolto e prego la Parola
1.     Un’intimità che sa intuire ed ascoltare…

 

Nell’ultima cena, la sua intimità con Lui condurrà Giovanni a reclinare il capo sul petto di Gesù e ad affidarsi alla Sua parola.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,21-26)

21Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: “In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà”. 22I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. 23Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 24Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. 25Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: “Signore, chi è?”. 26Rispose Gesù: “È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò”. E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota.

 

Dalla sua posizione di ascolto, che non è intimistica, il discepolo amato osserva e si interroga: su Gesù, su se stesso, su Giuda. Non ha e non si dà risposte superficiali e scontate, convincenti e consolatorie, ma semplicemente interpella e si lascia interpellare, mantenendo l’atteggiamento di ascolto che lo rigenera e che lo porta a intuire cose importanti della situazione che si sta vivendo. E noi cosa vorremmo chiedere a Gesù?

 

Guida alla preghiera:

Signore Risorto, rendimi contemplativo ma non intimista,
capace di silenzio e ascolto profondo della Parola e della storia,
ma anche audace nel fare domande e accogliere le risposte…
anche quando rivelano una realtà difficile…

Canone

2.     Una corsa piena di speranza…

 

Nel mattino di Pasqua Giovanni condividerà con Pietro la corsa tumultuosa e piena di speranza verso il sepolcro vuoto

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1-10)

1 Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. 10I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa.

 

Pietro e Giovanni siamo noi che ci affanniamo perché amiamo Gesù e quindi corriamo, talora col fiato grosso, ci diamo da fare, sentendo che i pesi e gli adempimenti sono davvero troppi. Spesso, in questa corsa affannosa, dimentichiamo l’essenziale, cioè la fede nel Risorto che è qui adesso. Si tratta di cogliere i suoi segni, di immetterci in quell’orizzonte di fede piena che ci permette di vivere anche la corsa quotidiana con meno fatica, con più gioia e con maggiore speranza.

 

Guida alla preghiera:

Signore Risorto, credo che tu ti comunichi a noi, crocifisso e vivente.
Aprici gli occhi perché possiamo riconoscere la salvezza che da te viene
nella nostra esperienza presente: fa’ di noi credenti coraggiosi nel professare la fede e la speranza nella tua Resurrezione.

 

Canone

 

3.     Uno sguardo che sa riconoscere e dà testimonianza…

 

Nel corso della straordinaria pesca presso il lago di Tiberiade, Giovanni riconoscerà il Risorto e ne darà testimonianza alla comunità.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21,1-8)

1 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”. 6Allora egli disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “È il Signore!”. Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

 

Lui, il discepolo che Gesù amava, vede in modo diverso, sente che Gesù è vivo. La sua è un’esperienza interiore, un’esperienza costante e profonda della presenza del Signore nella sua vita. La limpidezza, la trasparenza del suo cuore, che gli permette di prendersi cura della felicità degli altri, fa sì che, pur non vedendo direttamente Gesù risorto, egli si accorga della sua presenza, e questo fa di lui il prototipo di tutti quei “beati che crederanno pur non avendo visto”. Giovanni è figura di colui che percepisce ovunque la presenza del Signore e la annuncia con gioia.

 

Guida alla preghiera:

Signore Risorto, pur non vedendoti direttamente,
donami una fede profonda per accorgermi della tua presenza nella mia vita, nella storia, negli avvenimenti di ogni giorno…
e la gioia della testimonianza e della missione…

Canone

 

Preghiera di intercessione

 

Guida: Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù e guida la Chiesa sia la nostra guida e la nostra forza oggi. Preghiamo insieme e diciamo: Dona il Tuo Santo Spirito.

  1. Per i ragazzi che si preparano a ricevere il sacramento della Cresima: aiutali ad accogliere con fede il dono dello Spirito Santo, perché sappiano testimoniare la gioia, l’amore e la pace che vengono dal vivere in amicizia con te in mezzo ai loro coetanei.
  2. Per i giovani impegnati nel volontariato: rendili costruttori insieme a te di un mondo nuovo, di giustizia e di amore, promotori di ponti di pace tra i popoli, e capaci di mobilitarsi per le grandi cause del mondo.
  3. Per i bambini, i ragazzi, i giovani migranti che sui barconi vengono da soli nelle nostre terre: trovino nelle nostre comunità e istituzioni accoglienza e aiuto per crescere e vivere con dignità.
  4. Per i giovani delle nostre parrocchie: sappiano rispondere con generosità alla propria vocazione, considerando seriamente anche la possibilità di consacrarsi al Signore nel sacerdozio o nella vita consacrata
  5. Per i nostri seminaristi che si preparano al ministero ordinato: sia innamorato del Vangelo e capace di farsi prossimo nel servizio, così da essere segno vivo del tuo amore misericordioso.
  6. Per la Chiesa e le nostre comunità: la riflessione su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, in preparazione al Sinodo dei Vescovi del prossimo anno su questo tema, sia un’occasione per ascoltare il soffio dello Spirito e “uscire” con nuovo coraggio missionario…

 

 

 

 

Vivo la Parola

“Se Cristo è risuscitato, possiamo guardare con occhi

e cuore nuovi ad ogni evento della nostra vita, anche a quelli più negativi.”

TWITTER @PONTIFEX_IT 20/04/2017

 

 

 

CDV Albano Suore Apostoline

“PER CHI SONO IO?”
Sospinti dallo Spirito per la missione

 

 

 

Guida: guardiamo a Maria Stella della nuova evangelizzazione e chiediamo che per “la sua intercessione ci ottenga la stessa apertura di cuore, la prontezza nel proferire il nostro «Eccomi» alla chiamata del Signore e la gioia di metterci in viaggio (cfr Lc 1,39), come Lei, per annunciarlo al mondo intero” (Papa Francesco). Le affidiamo in particolare i giovani.

 

 

Canto d’inizio

Preghiera mariana

Maria, madre di Gesù, dammi il tuo cuore,
così bello, così puro, così immacolato,
così pieno d’amore e umiltà:
rendimi capace di ricevere Gesù nel pane della vita,
amarlo come lo amasti e servirlo sotto le povere spoglie
del più povero tra i poveri. Amen

(Madre Teresa di Calcutta)

 

Ascolto e prego la Parola

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45)

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”.

Canone mariano

 

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO ai giovani – sabato, 8 aprile 2017

Quando Maria riceve quel dono, quella vocazione tanto grande di portare il dono di Dio a noi, dice il Vangelo che, avendo avuto anche la notizia che la sua cugina anziana aspettava un bambino e aveva bisogno di aiuto, è andata da lei “in fretta”. In fretta! Il mondo di oggi ha bisogno di giovani che vadano “in fretta”, che non si stanchino di andare in fretta; di giovani che abbiano quella vocazione di sentire che la vita per loro offre una missione. (…) Abbiamo bisogno di giovani in cammino. Il mondo può cambiare soltanto se i giovani sono in cammino. Ma il dramma di questo mondo è che i giovani – e questo è il dramma della gioventù di oggi! – che i giovani spesso sono scartati. Non hanno lavoro, non hanno un ideale da realizzare, manca l’educazione, manca l’integrazione… Tanti giovani devono fuggire, emigrare in altre terre… I giovani, oggi, è duro dirlo, ma spesso sono “materiale di scarto”. E questo noi non possiamo tollerarlo! (…) Non vogliamo essere materiale di scarto! Noi abbiamo un valore da dare”.

Voi giovani dovete rischiare nella vita, rischiare. Oggi dovete preparare il futuro. Il futuro è nelle vostre mani. Il futuro è nelle vostre mani.

Nel Sinodo, la Chiesa, tutta, vuole ascoltare i giovani: cosa pensano, cosa sentono, cosa vogliono, cosa criticano e di quali cose si pentono. Tutto. La Chiesa ha bisogno di più primavera ancora, e la primavera è la stagione dei giovani.

E inoltre vorrei invitarvi a fare questo cammino, questa strada verso il Sinodo e verso Panama, a farla con gioia, farla con desiderio, senza paura, senza vergogna, farla coraggiosamente. Ci vuole coraggio. E cercare di cogliere la bellezza nelle piccole cose, (…) quella bellezza di tutti i giorni: coglierla, non perdere questo. E ringraziare per quello che sei: “Io sono così: grazie!”. Tante volte, nella vita, perdiamo tempo a domandarci: “Ma chi sono io?”. Tu puoi domandarti chi sei tu e fare tutta una vita cercando chi sei tu. Ma domandati: “Per chi sono io?”. Come la Madonna, che è stata capace di domandarsi: “Per chi, per quale persona sono io, in questo momento? Per la mia cugina”, ed è andata. Per chi sono io, non chi sono io: questo viene dopo, sì, è una domanda che si deve fare, ma [prima di tutto] “perché” fare un lavoro, un lavoro di tutta la vita, un lavoro che ti faccia pensare, che ti faccia sentire, che ti faccia operare. I tre linguaggi: il linguaggio della mente, il linguaggio del cuore e il linguaggio delle mani. E andare sempre avanti.

Canone mariano

 

Dopo questo,
io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo
e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie;
i vostri anziani faranno sogni,
i vostri giovani avranno visioni.

 

Ai giovani, oggi, ai giovani la vita chiede una missione, la Chiesa chiede loro una missione, e io vorrei dare a voi questa missione: tornare indietro e parlare con i nonni. Oggi più che mai abbiamo necessità, abbiamo bisogno di questo ponte, del dialogo tra i nonni e i giovani, tra i vecchi e i giovani. Il profeta Gioele, nel capitolo 3, versetto 2, ci dice questo, come una profezia: “Gli anziani avranno sogni, sogneranno, e i giovani profetizzeranno”, cioè porteranno avanti con le profezie le cose concrete. Questo è il compito che io vi do in nome della Chiesa: parlare con gli anziani. “Ma è noioso…, dicono sempre le stesse cose…”. No. Ascolta l’anziano. Parla, domanda le cose. Fa’ che loro sognino e da quei sogni prendi tu per andare avanti, per profetizzare e per rendere concreta quella profezia. Questa è la vostra missione oggi, questa è la missione che vi chiede oggi la Chiesa.

Canone mariano

 

DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA EVANGELII GAUDIUM DEL SANTO PADRE FRANCESCO n. 273

La missione al cuore del popolo non è una parte della mia vita, o un ornamento che mi posso togliere, non è un’appendice, o un momento tra i tanti dell’esistenza. È qualcosa che non posso sradicare dal mio essere se non voglio distruggermi. Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere sé stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare. Lì si rivela l’infermiera nell’animo, il maestro nell’animo, il politico nell’animo, quelli che hanno deciso nel profondo di essere con gli altri e per gli altri. Tuttavia, se uno divide da una parte il suo dovere e dall’altra la propria vita privata, tutto diventa grigio e andrà continuamente cercando riconoscimenti o difendendo le proprie esigenze. Smetterà di essere popolo.

Canone mariano

 

Preghiera di intercessione

Guida: affidiamo all’intercessione di Maria i giovani delle nostre parrocchie e insieme i giovani più lontani dalla fede e soprattutto chi è “scartato”, pregando insieme 10 Ave Maria. Possiamo ricordare ad alta voce i loro nomi o le condizioni in cui si trovano.

 

PREGHIERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER I GIOVANI
IN VISTA DEL SINODO DEI VESCOVI 2018

Signore Gesù,
la tua Chiesa in cammino verso il Sinodo
volge lo sguardo a tutti i giovani del mondo.

Ti preghiamo perché con coraggio prendano in mano la loro vita,
mirino alle cose più belle e più profonde e
conservino sempre un cuore libero.

Accompagnati da guide sagge e generose,
aiutali a rispondere alla chiamata che Tu rivolgi a ciascuno di loro,
per realizzare il proprio progetto di vita e raggiungere la felicità.

Tieni aperto il loro cuore ai grandi sogni e
rendili attenti al bene dei fratelli.

Come il Discepolo amato, siano anch’essi sotto la Croce
per accogliere tua Madre, ricevendola in dono da Te.

Siano testimoni della tua Risurrezione e
sappiano riconoscerti vivo accanto a loro
annunciando con gioia che Tu sei il Signore.

 

 

Maria, Amante della vita,
preserva le nuove generazioni dalla tristezza e dal disimpegno.Rendile per tutti noi sentinelle di quella vita che inizia il giorno in cui ci si apre, ci si fida e ci si dona.
(Educare alla Vita buona del Vangelo)

 

Vivo la Parola
Come Maria vado incontro all’altro, e mi apro al dialogo con un giovane o un anziano…

 

 

Don Alberione alle Apostoline

Non per portarli dove vuoi tu
Quando abbiamo fame con-dividiamo il pane

«“Quello che distingue il vostro Istituto, quindi, è che non cercate solo le vostre vocazioni, ma cercate le vocazioni agli Istituti, [per tutti] gli Istituti e per tutti gli apostolati; e per il clero secolare e per il clero regolare, e per tutti gli Istituti femminili. Oh! Questo generalmente non si fa. Anzi, qualche volta avvengono delle cose incresciose quando vi è una vocazione e vi sono vari Istituti che cercano di guadagnarsela: questo è buono, ma fatto bene!
E cioè: si può sempre istruire una figliola che ha vocazione su di un Istituto, su un altro, e far vedere la bellezza del proprio Istituto… ma poi bisogna non forzare la mano!
Vedere che cosa ha messo in quell’anima lo Spirito Santo e assecondare l’azione dello Spirito Santo, ecco. Qui si distingue: è come un atto eroico questo, dell’Istituto, che dovete compiere, singolarmente!
Un atto eroico: “Ho bisogno io del pane e lo do agli altri. E, mentre faccio carità, sono persuaso che il Signore pensa anche a me”. Questo è un passo da farsi. Crederci!”».

http://operaomnia.alberione.org/capitolo.php?titlib=388&caput=1.%20INTRODUZIONE%20AGLI%20ESERCIZI%20SPIRITUALI%20-%20FINE%20E%20SPIRITO%20DELLA%20CONGREGAZIONE


Storia del falegname e degli attrezzi….

C’era una volta, tanto tempo fa, in un piccolo villaggio, la bottega di un falegname. Un giorno, durante l’assenza del padrone, tutti i suoi arnesi da lavoro tennero un gran consiglio.
La seduta fu lunga e animata, talvolta anche veemente. Si trattava di escludere dalla onorata comunità degli utensili un certo numero di membri.

Uno prese la parola: “Dobbiamo espellere nostra sorella Sega, perché morde e fa scricchiolare i denti. Ha il carattere più mordace della terra”. Un altro intervenne: “Non possiamo tenere fra noi nostra sorella Pialla: ha un carattere tagliente e pignolo, da spelacchiare tutto quello che tocca”.
“Fratel Martello – protestò un altro –  ha un caratteraccio pesante e violento. Lo definirei un picchiatore. È urtante il suo modo di ribattere continuamente e dà sui nervi a tutti. Escludiamolo!”.
“E i Chiodi? Si può vivere con gente così pungente? Che se ne vadano! E anche Lima e Raspa. A vivere con loro è un attrito continuo. E cacciamo anche Cartavetro, la cui unica ragion d’essere sembra quella di graffiare il prossimo!”.
Così discutevano, sempre più animosamente, gli attrezzi del falegname. Parlavano tutti insieme. Il Martello voleva espellere Lima e Pialla, questi volevano a loro volta l’espulsione di Chiodi e Martello, e così via.

Alla fine della seduta tutti avevano espulso tutti.

La riunione fu bruscamente interrotta dall’arrivo del falegname. Tutti gli utensili tacquero quando lo videro avvicinarsi al bancone di lavoro.
L’uomo prese un asse e lo segò con la Sega mordace. Lo piallò con la Pialla che spela tutto quello che tocca. Sorella Ascia che ferisce crudelmente, sorella Raspa dalla lingua scabra, sorella Cartavetro che raschia e graffia, entrarono in azione subito dopo.
Il falegname prese poi i fratelli Chiodi dal carattere pungente e il Martello che picchia e batte.
Si servì di tutti i suoi attrezzi di brutto carattere per fabbricare una culla. Una bellissima culla per accogliere un bimbo che stava per nascere. Per accogliere la vita.

Dio ci guarda con l’occhio del falegname. Importanza di lavorare INSIEME.

da Cerchi nell’acqua di Bruno Ferrero