2 Gennaio 2024
- Laboratori delle buone pratiche

un braccialetto… che invita a vivere davvero

Ma la VITA si sceglie? La vita si riceve. Non c’è dubbio. Ma possiamo scegliere se ci basta essere viventi o vogliamo essere vivi, vivere davvero! Se tu, come noi, non vuoi accontentarti di sopravvivere ma vuoi darti al meglio della vita (cf ChV 143), ti proponiamo alcune attività – da fare da solo o con il tuo gruppo – e un momento di preghiera, tutto da vivere rigorosamente con al polso il braccialetto!

AMA LA VITA 

GUSTA LA VITA

GENERA LA VITA

VEGLIA DI PREGHIERA

AMA LA VITA

Il primo passo che ti proponiamo per scegliere la vita è quello di amarla.

Ma cosa significa amare la vita? Significa riconoscere che Qualcuno, Dio, per primo, ha pensato a te, ha sognato la tua vita, l’ha fortemente voluta e te ne ha fatto dono… per Lui la tua vita è il più bel regalo che ci possa essere. Non solo ti ha fatto questo dono ma desidera fortemente che tu possa viverlo pienamente. E allora prova a sentire che ti ripete oggi e ti ricorda continuamente “AMA la vita”, come il ritornello della più bella canzone.

Amare la vita significa anche riconoscere tutto il valore, tutta la bellezza, tutta la potenza del dono, significa accoglierla tutta intera, potenzialità e limiti, gioie e ferite… significa ricordarti che qualsiasi situazione tu possa sperimentare, sempre è più forte l’amore, sempre è più forte la tua vita.

Per fare questo ti invitiamo ad ascoltare la canzone di Jovanotti dal titolo “Ricordati di vivere” (album “Mediterraneo” 2022), con la possibilità di avere davanti il testo scritto o proiettato.

La canzone è un invito a vivere a pieno ed esprime alcune situazioni di vita in cui il cantante, quasi come un ritornello continuo, si ripete “LORÈ RICORDATI DI VIVERE” cioè riporta al cuore ciò che ti fa sentire vivo, ama ciò che ti fa vivere.

Prova a rileggere la canzone e sottolineare o condividere l’espressione che più ti ha colpito, quella che invece ti ha scosso, quella che ti rimane di più, esprimendone il motivo.

Poi, ecco un altro esercizio che ti proponiamo:

ripensa alla tua vita, alla tua storia, alle situazioni vissute, alle relazioni che l’hanno abitata, ai passi fatti o a quelli che stai facendo, in particolare ripensa a quei momenti, luoghi, esperienze, occasioni in cui avresti avuto bisogno di dirti “ricordati di vivere”, o in cui te lo diresti ora, momenti in cui ti sei ridetto le motivazioni, in cui hai dovuto ridirti che sei amato e che la tua vita vale, quelli in cui hai riattivato energie, desideri, forza…

Prenditi del tempo per pensarci e poi prova a scrivere tu le strofe della canzone ponendo alla fine di ogni strofa o rigo quel “ricordati di vivere” o “ama la vita”.

Si potrebbe anche provare a suonare e cantare la propria canzone o scrivere una canzone di gruppo e suonarla insieme.

Per la rilettura dell’attività ti puoi chiedere un po’ come sintesi:

  • Cosa o chi ti fa sentire vivo/a?
  • Oggi come sto concretamente amando la vita?

GUSTA LA VITA

Ed ecco il secondo passo: GUSTA LA VITA!

Gustare significa avvertire e distinguere il sapore di qualche cosa per mezzo del gusto; provare piacere del sapore di qualche cosa, assaporare…

La prima immagine che ci viene in mente pensando al gustare è quello della tavola: si mangia e si gusta.

L’attività che ti proponiamo è quella di dedicare qualche ora al “RITO DELLA TAVOLA”. Scegli tu se viverlo con i tuoi amici. Se sei un educatore, sarebbe una bella esperienza per il tuo gruppo di ragazzi, teenager e giovani.

  • Prepara la tavola e un piatto che ti piace particolarmente. Quando tutto è quasi pronto fermati un attimo e chiediti:
    • Cosa ho scelto di cucinare? Perché ho scelto quel cibo? Mi ha spinto la fame… o sono stato attratto da un sapore che mi fa sentire l’acquolina in bocca? Quanta cura ho messo nel preparare il cibo? E la tavola: com’è? Spartana o ho curato i dettagli?
  • Siediti a tavola e mangia. Appena finito chiediti:
    • “come” ho mangiato: buttando giù velocemente, quasi divorando… o dandomi il tempo di assaggiare tutti i sapori?
    • Ero da solo? O in compagnia? Con chi? Quanto è stato significativo essere proprio con quelle persone? Ha cambiato il modo di “mangiare”?
  • Ora che hai finito alzati e fai due passi, ascoltando il tuo corpo e i pensieri e sentimenti che ti vengono. E chiediti:
    • Sono sazio/a, o magari strapieno e mi viene sonno… O sono carico, pieno di energia? Forse ho la nausea, mal di stomaco, fatico a digerire? Come mai? (ho mangiato troppo, o qualcosa che non mi ha fatto bene… o non mi piace…). Quello che ho mangiato ha solo allietato il mio palato o aveva anche “sostanza”, mi nutre?

Leggi dal libro del profeta Isaia 25,6-10a o dal Vangelo secondo Matteo 15,29-37

Ora concediti un po’ di tempo per rileggere quanto hai vissuto e provare a ritrovare gli stessi elementi nella tua vita. Ecco alcuni spunti.

Gustare la vita è gustare il buon piatto, quello che qualcuno ha preparato per noi, con cura, scegliendo gli ingredienti migliori, prendendo il tempo necessario, facendo le cose con amore, perché chi mangia sente questo amore e lo gusta e quell’amore gustato trasforma.

E viviamo più intensamente la vita se la “prepariamo”, scegliendo ciò che più è intonato al sapore che ha, che la rende bella, preziosa, gradevole, come una tavola apparecchiata con cura. Le scelte che fai, anche quelle che sembrano di “contorno”, la cura dei dettagli… spesso fanno la differenza!

Allora gustare la vita è gustare quello che noi siamo, gustare le esperienze che noi siamo e che facciamo, non accontentandoci di accumularne una dietro l’altra, con voracità, ma cogliendo tutto ciò che hanno da dire.

In particolare gustiamo quando tra le tante cose, tra le tante esperienze, tra i tanti cibi, solo qualcosa rimane: perché interessante, bello, buono… si gusta il meglio, il migliore, l’eccezionale ed è a partire da questi piatti eccezionali che sappiamo distinguere che gli altri non sono buoni, che sono fatti male, frettolosamente…

E un ingrediente della tavola della vita sono i “commensali”: spesso saziano più di ciò che si fa. Aiutano a riconoscere ciò che ha più gusto, più sostanza e quindi nutre meglio, da ciò che invece è solo apparenza.

PER GLI EDUCATORI:

Sono possibili tante varianti (es. preparate voi i piatti… questo permette di sottolineare che la vita è ricevuta da qualcuno che ci ama!). Se guidate il gruppo, create il più possibile una location accattivante (possono apparecchiare i ragazzi/giovani) e curate i dettagli. Accompagnate voi l’attività con l’invito ad ascoltarsi, prima con il focus sul pasto, e poi con la rilettura degli elementi emersi applicati alla VITA.

Parlando di cibo sono necessarie tante attenzioni: a allergie e intolleranze, ma anche a disturbi alimentari… con sapienza saprai far vivere questa dinamica con delicatezza.

GENERA LA VITA

È il terzo passo. Se la vita è autentica, non si ferma a te: per natura sua si diffonde intorno, tra le persone che incontri, nel mondo che abiti, nelle situazioni che vivi. Ami e gusti la vita se la condividi: solo così vivi pienamente.

Questo accade nel “regalare” quello che sei; nel servire chi attende più vita nella sua vita; nel “dar vita” a qualcosa di nuovo, con la tua creatività.

Prova a usare le tue mani per “dare forma alla vita” che desideri regalare.

Hai a disposizione diversi materiali: sassi di diverse dimensioni, sabbia, terra, pezzi di legno, cose vecchie recuperate, pezzi di stoffa, plastilina, das, colori… e tutto quello che ti viene in mente. Puoi cercare anche altro materiale adatto. Procurati un contenitore (es. un piatto, una tavola).

1° step: scegli le tue materie prime  (5 minuti)

2° step: dai forma alla tua immagine di vita, rappresentala con il materiale che ti è stato messo a disposizione (dai 30 ai 45 minuti… è bene non avere fretta, ma prenderti il tempo per esprimere manualmente la tua visione di ciò che è la vita). È opportuno vivere questo momento in silenzio, con una musica di sottofondo.

3° step: scegli qualcuno a cui regalare la tua opera, la tua rappresentazione della VITA.

Dopo aver vissuto i tre step, prenditi del tempo per rileggere cosa hai vissuto, esprimendo cosa hai pensato, cosa hai sentito, le difficoltà incontrate, le emozioni dinanzi a quanto realizzato, l’essere soddisfatto o meno della tua opera, se esprime davvero quanto desideravi.

PER GLI EDUCATORI:

L’educatore guiderà in particolare a far emergere che:

1° step: generiamo, diamo vita a qualcosa che non c’era, ma a partire da qualcosa che già c’è (cf i materiali usati)… generiamo a partire da qualcosa che ci è dato: la vita, noi stessi, i nostri doni… a cosa rimandano i materiali che hai scelto?

2° step: il materiale è dato, ma possiamo plasmarlo e decidere che farne, dargli la forma che vogliamo e che possiamo. Questo lavoro esige tempo, impegno, fatica, può essere accompagnato dal dolore… è come un “travaglio”, ma poi qualcosa nasce, viene alla luce, e rende bella e gioiosa la vita stessa.

3° step: tenere stretta la vita tra le proprie mani la spegne, la chiude, si perde; potremmo tentare di venderla… ma non ci sarà mai un prezzo adeguato: sarà sempre una svendita. L’unico modo per farla crescere è diffonderla: regalarla, donarla, così com’è… bella e imperfetta!

Come “mandato” finale si invita ogni giovane a regalare un braccialetto “Scegli la VITA! LIVE your LIFE!” ad un amico per invitarlo a vivere davvero la sua vita!

VEGLIA di PREGHIERA: SCEGLI la VITA!

La veglia è tratta dalla Guida Animatori (p. 37) e dal Campo Giovani di SE VUOI “COME SE VEDESSERO L’INVISIBILE” (pp. 29-31)

La veglia desidera far vivere ai giovani un’esperienza di incontro con il Dio della vita, che ci rende figli suoi attraverso l’acqua viva del Battesimo e ci chiama ad essere pietre vive edificando la nostra vita su quella di Gesù. Guidati dall’esempio di alcuni testimoni e tenendo lo sguardo fisso su Gesù, in adorazione, scopriamo il senso della vita.

La veglia si articola in tre momenti:

Primo momento: ACQUA VIVA

La preghiera inizia davanti alla chiesa o al luogo della preghiera e ci si dispone in cerchio. Al centro è posto un catino con l’acqua benedetta.

Guida: come Gesù anche noi siamo stati battezzati nell’acqua e nello Spirito. L’acqua viva è l’acqua che purifica, che fa passare dalla morte alla vita, che ci rende creature nuove, figli di Dio, fatti a sua immagine e somiglianza.

Dal vangelo secondo Marco (1,9-11)

Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.

Gesto: dopo aver ascoltato la Parola, uno alla volta i giovani si avvicinano al catino e fanno il segno della croce con l’acqua benedetta per far memoria del loro Battesimo.

Secondo momento: PIETRE VIVE

Si entra in chiesa. Sotto l’altare è posta una grande pietra su cui è scritto: “Gesù, la pietra angolare”, su cui poggia la nostra esistenza, le nostre scelte, su cui possiamo costruire con fiducia la nostra vita.

Preghiamo insieme:

Signore,
tu sei la pietra angolare
su cui ogni costruzione cresce ben ordinata.
Spesso sentiamo che la nostra vita è instabile e precaria,
abbiamo paura del futuro e non sappiamo in chi confidare.
Sentiamo tutto il bisogno di affidarci a te,
donaci la forza di sperare, di amare, di credere
che il nuovo è possibile, che ogni via con te è più facile
perché tu sei il Dio sempre con noi. Amen.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo (2,4-5)

Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo.

Pietre scelte, amate e preziose agli occhi di Dio!

«Nel mio cammino ho incontrato pietre diverse: pietre morte che avevano perso la voglia di muoversi, di creare e di costruire, ferme nei loro pensieri e chiuse nelle loro convinzioni… pietre di inciampo che hanno ostacolato i miei passi di libertà e hanno frenato il mio desiderio di andare un po’ più in là, scoraggiando la mia speranza e la mia voglia di scoprire.

È stato quando ho visto pietre vive che la mia vita è cambiata, perché ho scoperto ciò che la rende viva: l’amore! E nell’amore ho ritrovato il senso di tutto. È questo amore che mi rende vivo e che mi chiama ogni giorno a fare, a crescere, a rendere migliore ogni cosa… a essere pietra viva!

Sii anche tu pietra viva… e non aspettare domani per esserlo!»

un pellegrino

Dopo aver letto (personalmente o ad alta voce) il testo di “un pellegrino”, vicino alla grande pietra vengono portate delle pietre più piccole su cui sono scritti i nomi dei santi della “porta accanto”. Per ogni testimone viene letta la sua frase.

Guida: i santi della “porta accanto” sono le “pietre vive” che edificano la Chiesa, comunità di credenti, unica famiglia di Dio.

Pier Giorgio Frassati

“La fede datami dal Battesimo mi suggerisce con voce sicura: Da te solo non farai nulla, ma se Dio avrai per centro di ogni tua azione allora arriverai fino alla fine”.

Alberto Marvelli

“La carità è la virtù più bella, perché mi unisce a Dio e agli uomini. Perché mi fa vivere in Dio e negli uomini”.

Chiara Corbella Petrillo

“L’amore ti consuma, ma è bello morire consumati proprio come una candela che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo. La croce se la vivi con Cristo non è così brutta come sembra”.

Chiara Luce Badano

“Non ho più niente, ma ho ancora un cuore e con quello posso amare tutti”.

Rosario Livatino

“La giustizia è necessaria, ma non sufficiente, e può e deve essere superata dalla legge della carità che è la legge dell’amore, amore verso il prossimo e verso Dio, ma verso il prossimo in quanto immagine di Dio, quindi in modo non riducibile alla mera solidarietà umana”.

Matteo Farina

“La semplicità è lo specchio del volto di Cristo; uno specchio che riflette purezza e amore, ma anche tanta forza, nella mia eterna fragilità. (…) è essere pronti a lasciare tutto per seguire Gesù come egli stesso ci ha chiesto”.

Gesto: ogni giovane riceve una piccola pietra segno del suo essere “pietra viva” e la pone vicino a quella di Gesù e dei testimoni. Tutti siamo chiamati ad essere collaboratori di Dio e a costruire la sua Chiesa.

Terzo momento: ADORAZIONE EUCARISTICA

Preghiamo insieme:

Davanti a te, Signore, per adorarti.
Davanti a te, Signore, per ringraziarti.
Davanti a te, Signore, per lasciarci incontrare da te,
dal tuo sguardo di amore,
per accogliere quella Parola che è vita per noi.
Davanti a te, Signore, per riconoscerci figli.
Davanti a te, Signore, per sentirci fratelli.
Davanti a te, Signore, per essere un’unica Chiesa,
casa che tutti accoglie. Amen.

In questo tempo di silenzio e preghiera personale lasciati guardare da Gesù, vivi l’incontro con Lui…

• Qual è il mio modo di essere testimone, cioè “pietra viva” e di vivere e gioire del mio Battesimo?

Padre nostro

Benedizione Eucaristica

La veglia è tratta dalla Guida Animatori (p. 37) e dal Campo Giovani di SE VUOI “COME SE VEDESSERO L’INVISIBILE” (pp. 29-31)

Per altre dinamiche e altri schemi di preghiera ti segnaliamo i Campi di SE VUOI