Commento alla prima Lettura della V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) a cura di M.Francesca e Letizia ap
Dal libro di Giobbe (7,1-4.6-7)
Giobbe parlò e disse: «L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario? Come lo schiavo sospira l’ombra e come il mercenario aspetta il suo salario, così a me sono toccati mesi d’illusione e notti di affanno mi sono state assegnate. Se mi corico dico: “Quando mi alzerò?”. La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba. I miei giorni scorrono più veloci d’una spola, svaniscono senza un filo di speranza. Ricòrdati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene».
L’esperienza di Giobbe nella Bibbia è esemplare per tutti quegli uomini e quelle donne che, provati dalla vita, si chiedono che Dio hanno davanti.
Che Dio è il Dio che permette il male? Che Dio è quello che ti fa sperimentare la solitudine profonda della notte, e che non risponde quando ti rivolgi a Lui? Domande importanti che tracciano un percorso nella storia travagliata di questo uomo a cui viene tolto tutto. Nel testo di questa domenica ci viene offerto uno dei suoi lamenti di fronte al dolore della vita e di fronte ad una “notte” che sembra sempre più lunga.
La notte di Giobbe ricorda tante notti della vita di ognuno di noi passate a vegliare per il peso dei pensieri o per la paura di addormentarsi ed essere svegliati improvvisamente da una brutta notizia. Richiama tante notti dell’anima in cui il dolore e la solitudine diventano immancabili compagni di viaggio. Anche la nostra notte, soprattutto in questo tempo incerto, sembra lunga. Come Giobbe bisogna imparare a starci dentro senza paura di cercarci Dio.
Anche Gesù «quando era ancora buio» si alzò per stare con il Padre e Simone e gli altri si alzarono per cercare Lui (Mc 1,29-39). Nella notte, quando l’affanno del giorno non ci abbandona, possiamo cercare Dio.
Dio, in principio, al primo giorno, non creò il buio, creò la luce (Gen 1,3) per permettere agli occhi degli uomini di vedere il bene della sua creazione. «Anche se è notte» il bene rimane, non stanchiamoci di cercarlo! Giobbe, nella sua lunga storia, lo farà.
Qôl/call
Una preghiera di San Giovanni della Croce, poeta della “notte mistica”, ha come ritornello «Anche se è notte». Nella preghiera il santo-poeta ricorda che esiste una fonte che sgorga da Dio che continua a inondare la sua anima durante la notte… anche se è notte. Possiamo pregarla insieme a lui componendo il nostro ritornello: «Anche se è notte…».
sr. M. Francesca
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