23 Dicembre 2022
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla Prima Lettura della Solennità del Natale – Messa dell’aurora (ANNO A) a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro del profeta Isaìa (62,11-12)

Ecco ciò che il Signore fa sentire
all’estremità della terra:

«Dite alla figlia di Sion:
Ecco, arriva il tuo salvatore;
ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.Li chiameranno Popolo santo,
Redenti del Signore.


Due versetti carichi di consolazione e parole rare quelli del profeta Isaia, letti con la luce gioiosa della Messa dell’aurora del Natale. È il profeta Isaia che parla, a lui è consegnato l’annuncio della consolazione nella liturgia del Natale perché Lui profetizzò la fine dell’esilio del popolo di Israele. Bellissimo inizio: «Il Signore fa sentire…». Il verbo usato è un causativo, per dire che tutte le parole che la figlia di Sion ascolterà, è proprio Lui, Dio, che gliele vuole rivolgere. Alla figlia di Sion viene detto quello che ognuno di noi aspetta di sentire, sapendo che è il Signore che è causa del nostro sentire: «Sarai chiamata Ricercata».

Il verbo usato in ebraico è in una forma unica, presente solo in questo brano poetico. L’uso del participio passato “ferma il tempo” come a dire che una volta per tutte possiamo sentirci “cercati” nel senso di desiderati, come coloro che proprio il Signore voleva trovare. E a tal punto ci appartiene questa ricerca da parte di Dio che quello sarà il nostro nome.

È più facile che nella Bibbia si parli della ricerca dell’uomo nei confronti di Dio che del fatto che l’uomo è cercato da Dio stesso. Se oggi Isaia ce lo annuncia è perché è con il Mistero del Natale che questa ricerca si è «fatta carne» (cfr. Gv 1). È sconvolgente che Dio sia sceso a “chiedere notizie di noi”, ad informarsi sulle nostre abitudini umane, a condividere fatiche e gioie dell’essere parte di quest’umanità. Ha ragione Isaia allora: siamo “città non abbandonate” perché Tu, l’Eterno, il Santo, l’Altro hai voluto “sapere di noi” facendoti Uno di noi.


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Nell’intimità della capanna di Betlemme impariamo da Maria a custodire nel cuore ciò che ci è di più caro e affidiamolo al Dio Bambino.

sr. M. Francesca 
frasca.mfrancesca@apostoline.it