Commento alle prime Letture della Solennità della Madre di Dio e della II Domenica dopo Natale ,
a cura di M.Francesca e Letizia ap
Dal libro dei Numeri (Cf 6, 22-27)
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace.
Dal libro del Siràcide (Cf 24,1-4.12-16)
La sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria…
Due letture diverse, nate in differenti contesti distanti anni, che in questo tempo di Natale ci raggiungono, una dopo l’altra, parlandoci di rimandi reciproci che creano “un gioco di specchi”.
La benedizione del popolo, tratta dal libro dei Numeri, è il riflesso dello splendore del Volto di Dio che si specchia su di noi. “Dio nessuno l’ha mai visto” (Gv 1,18), ma i tratti del suo Volto, che si chiamano grazia e pace, quelli si possono vedere e disegnano, dall’intimo di se stessi, i lineamenti di chi si sente amato. Dio, che si specchia in te, accompagni le tue giornate in questo nuovo anno.
La Sapienza, nel testo di Siracide, nel fare l’elogio di se stessa racconta due cose: le azioni del Creatore a suo riguardo (mi diede un ordine, mi ha creata, mi fece piantare la tenda, mi ha fatto abitare…) e le caratteristiche del popolo a cui è mandata (li chiama eletti, città che egli ama, popolo glorioso, porzione del Signore, assemblea dei santi, benedetti…). In pochi versetti un concentrato di complimenti e di riconoscimenti… riferiti ad altri.
Chi di noi, volendo fare il proprio “elogio” in pubblico per un qualsiasi motivo, o anche solo pensando di presentarsi a un colloquio di lavoro, metterebbe così tanto in luce le caratteristiche di altri? Da una parte, ci verrebbe quasi da pensare che chi fa così non abbia molto da dire su di sé, quasi non si conosca bene fino in fondo.
Ovviamente questo non vale per la Sapienza di Dio! Lei, creata per prima, amica di Dio, sa bene chi è: è il progetto d’amore di Dio per ogni realtà creata, sa da dove viene e il suo scopo. Per questo non può raccontarsi se non “specchiandosi” in Dio, la sua origine, e nell’umanità da Dio scelta, amata, desiderata, raggiunta a partire dal più piccolo popolo, Israele.
Se ci pensiamo, è tipico dell’amore esaltare l’altro, potenziarlo, sostenere la sua esistenza, riconoscerlo e rimanergli accanto, rimandarsi l’uno all’altro …come in un gioco di specchi.
Qôl/call
La Sapienza di Dio mette la tenda vicino a ogni persona perché non smetta di scoprire e gustare ogni giorno la bellezza della propria identità, la luce del Volto di Dio che si riflette come benedizione nelle relazioni con gli altri.
Quale benedizione sento che mi accompagna nel profondo?
sr. Letizia
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