Commento alla prima Lettura della Solennità della Santissima Trinità (ANNO A),
a cura di M.Francesca e Letizia ap
Dal libro dell’Èsodo (34,4b-6.8-9)
In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano.
Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà».
Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità».
Il momento è solenne. Dio vuole riscrivere le tavole della Legge e concludere di nuovo l’alleanza col popolo, infranta già prima di nascere a causa del peccato del vitello d’oro (Es 32).
È bello vedere Mosè che entra in una relazione così familiare col Signore, in cui non ci sono veli o segreti. D’altronde, la sua grandezza sta proprio qui: «Non è più sorto in Israele un profeta come Mosè, che il Signore conosceva faccia a faccia» (Dt 34,10). Essere conosciuti dal Signore “faccia a faccia”, senza maschere, nell’autenticità di quello che siamo è, forse, la definizione più bella della libertà. Il volto umano è davvero una meraviglia che vale la pena fermarsi a contemplare, ogni tanto: lo vedono gli altri e non noi (a meno che non ci si specchi), è un libro aperto perché racconta silenziosamente tutte le tensioni, le paure e i dolori, le gioie e i sorrisi, i pensieri che parlano nelle rughe di espressione, ecc.
Il nostro volto creato a immagine e somiglianza di Dio (Gen 1,26), è conosciuto dal Signore anche se non c’è modo per l’uomo di vedere il volto di Dio.
Il Signore passa (lett.) “davanti al volto di Mosè”, che però dovrà stare con la faccia verso terra visto che, come Egli aveva annunciato poco prima, «tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo» (Es 33,20).
Ma “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito” (Gv 3,16-18), Volto del suo Volto, nato da Maria. Volto visibile, confondibile con miriadi di altri volti umani che sono i nostri, eppure l’Unico che rivela il volto del Padre, che neppure Mosè aveva potuto vedere.
La comunione d’amore che si celebra oggi ci lascia un riflesso di quel Volto, che si chiama misericordia, amore, fedeltà, perdono.
Qôl/call
“Il tuo volto, Signore, io cerco!” (Sal 26,8). Risplenda su di te la luce della Trinità, soprattutto lì dove si vedono trasparire le tue tenebre.
sr. Letizia
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