Commento alla prima Lettura della IV Domenica T.O. (ANNO B)
a cura di M.Francesca e Letizia ap
Dal libro del Deuterònomio (18,15-20)
Mosè parlò al popolo dicendo: «Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto.
Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: “Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia”.
Il Signore mi rispose: “Quello che hanno detto, va bene. Io susciterò loro un profeta come te in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire”».
Questo brano fa parte delle leggi sulle autorità di Israele (che sono i giudici, il re, i sacerdoti, il profeta; Dt 16,18-18,22). Sono essi i testimoni, nei modi di agire loro propri, dell’unica e autorevole Parola della quale il popolo ha già fatto esperienza (Cf Es 19 e Dt 5, 4-5). Le indicazioni contenute in queste pagine del Deuteronomio dicono proprio come debba essere vissuto ed esercitato il compito dell’autorità, per essere trasparenza della parola di Dio.
In particolare, il compito del profeta è sottolineato con grande importanza. La voce potente di Dio, quella “voce che fa partorire le cerve” (Sal 29,9), è anche tuono (in ebr. qôl), di fronte a cui tutto Israele convocato in assemblea viene preso da grande timore. Udire la voce di Dio e vedere il suo volto sono azioni praticamente impossibili all’uomo, perché i sensi umani non ce la fanno. Hanno bisogno della mediazione di Mosè, servo di Dio e profeta (Es 34,10), che parla con Lui “faccia a faccia”, “bocca a bocca” (Cf Es 33,11 e Nm 12,8). Dio lo tratta come un amico cui si vuole condividere quello che abita nel cuore, le speranze e i sogni, i dolori e le gioie, i progetti di bene da realizzare insieme.
Come Mosè, anche il profeta che Dio susciterà sarà un intercessore e insegnerà la legge del Signore che è fonte di vita e di felicità. Al profeta Dio consegnerà le sue stesse parole perché in lui “si facciano carne”, sapienza, modo di vedere la vita, parola autorevole per dare stabilità alla comunità.
Gesù nel Vangelo è presentato come il “nuovo Mosè”, portatore di una parola davvero autorevole per la vita umana. Con la sua voce ferma e potente, Gesù è capace di placare la tempesta del male che si scatena dentro il cuore dell’uomo (Cf Mc 1,25).
Qôl/call
Quanto è importante la profezia, come capacità di leggere la storia e sostenere la fraternità? E chi oggi è “il profeta” che Dio suscita per il bene del suo popolo? Ogni cristiano riceve nel battesimo l’unzione profetica di Cristo, cioè orecchie aperte per ascoltare la voce di Dio e occhi ben illuminati per contemplare il Suo volto e farsene mediazione per gli altri. Con chi posso condividere qualcosa della mia esperienza di vita nuova, che nasce dalla Parola?
sr. Letizia
molesti.l@apostoline.it