24 Dicembre 2020
- Spazio Bibbia, Bereshit

Commento alla prima Lettura della Solennità del Natale del Signore (ANNO B)
a cura di M.Francesca e Letizia ap

Dal libro del profeta Isaìa (52,7-10)

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.


Tre sono i doni che racchiudono come in uno scrigno la grandezza del Natale del Signore, e che troviamo incastonati nelle prime letture delle s. Messe di oggi: la pace da annunciare, la gioia da gridare, la salvezza da vedere realizzata davanti ai propri occhi.

Gioia:Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio…” (Cf Is 9). Con la nascita di Gesù si compie l’attesa del Messia-Re, e si può già dire a gran voce: “Regna il tuo Dio”. Anche se tutto intorno dice l’opposto, il regno di Dio è presente e si vuole realizzare in noi e con la nostra collaborazione. Con l’Incarnazione e la Pasqua di Gesù avvenute una volta per sempre nella storia, questo movimento verso il compimento della vita e del bene è ormai inarrestabile.

Pace: “Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace” (Cf Is 9). Il bambino di cui parla Isaia porta in sé un concentrato di nomi e qualità. È l’inviato di Dio che saprà guidare come un padre il suo popolo. È consigliere mirabile o, come una possibile traduzione suggerisce “colui che progetta qualcosa di meraviglioso” (in ebraico pele’ yôʻeṣ, derivato del verbo “decidere, progettare, consigliare”). Lasciamogli fare, lasciamo spazio al Suo progetto, con fiducia: egli porta la pace nel cuore e tra le persone, nel mondo intero. Una pace che chiede scelte e consiglio, decisioni e progetti di bene comune inclusivi.

Salvezza: La salvezza che speriamo oggi, visualizzabile in un vaccino per tutti, nella tregua dai conflitti, nella sospirata giustizia sociale… questa salvezza che merita i “piedi del messaggero” che corrano per lei (Cf Is 52,7), è vera se nasce dalla solida esperienza interiore di appartenere a qualcuno. La salvezza di cui abbiamo bisogno non ce la diamo da soli: occorre lasciarsi amare da Dio, momento per momento, in situazione, lì dove siamo e attraverso le persone con cui viviamo. A volte si tratta di un duro crogiuolo, prima che brilli come il dono più prezioso.


Qôl/call

Nella Solennità del Natale di Gesù, troviamo un momento per gustare il dono della gioia, della pace, della salvezza: non sono promesse ma vogliono essere realtà. Il Signore ama proprio me, salva proprio me, mi abilita a stare anche attraverso la sofferenza nella storia travagliata di oggi. È davvero Natale!

sr. Letizia 
molesti.l@apostoline.it